Snorki sarai tu!

Il terzo sesso


Non mi piace per niente il concetto di terzo sesso. Con questo termine si intende chiunque, non sentendosi in linea con il proprio sesso di nascita avvia un percorso di cambio della propria identità di genere (transessuali); ma poi non lo porta a termine (transgender). Gente, cioè, che vorrebbe essere riconosciuta all'anagrafe del proprio Comune e sui propri documenti di identità del sesso diverso a quello della sua presenza fisica.Chi segue i miei scritti sa che per me la consa più importante è che ogni persona riesca a vivere sentendosi il più realizzata possibile e in linea con le proprie aspirazioni. Per questo è giusto che se una persona nata maschio si senta una donna (o viceversa) faccia tutto il processo che la porti a diventare del sesso desiderato. Non capisco, ma rispetto chi invece a un certo punto del percorso decide di fermarsi sentendosi per alcuni aspetti uomo e per altri donna. Liberi di non portare a termine il "passaggio"; ma sono contrario all'istituzionalizzazione di questo stato di cose; cioè al fatto che uno Stato riconosca dei trasgender come sesso compiuto.Tutti i passaggi sono necessari e nessuno è messo li a caso: dalle sedute psicologiche, alle cure ormonali, alle operazioni varie. Il cambio di genere nella carta di identità (che l'Italia giustamente riconosce) è solo l'ultimo passaggio e non può essere concesso se non sono stati compiuti i precedenti. Rispetto gente come Vladimir Luxuria che ha deciso di non completare il percorso; ma non ne condivido la richiesta di essere riconosciuta come facente parte di un sesso a se. I sessi sono solo due: uomo e donna. Punto. L'identità di genere (etero e omosessualità) sono altra cosa.