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Boldrini e gli stipendi dei dipendenti Camera


Via libera dell'Ufficio di presidenza di Camera e Senato al taglio degli stipendi dei dipendenti. Con una coda di contestazioni da parte degli stessi dipendenti, prontamente rintuzzate dalla presidente della Camera Laura Boldrini. Il tetto degli stipendi dei dipendenti del Parlamento "in linea con il principio dei tetti massimi che vale per tutte le Amministrazioni pubbliche" rappresenta "un fatto importante e positivo", "Spiace e rattrista che non lo abbiano capito quei dipendenti della Camera che hanno inteso contestare nei corridoi le decisioni che venivano prese dall'Ufficio di Presidenza".Tutto è partito dall'iniziativa di Matteo Renzi che ha deciso che per risparmiare ed evitare sprechi, ma anche per dare il buono esempio; nessun dipendente pubblico avrebbe dovuto guadagnare più del Presidente della Repubblica. La decisione assunta dalle due amministrazioni in maniera congiunta è stata quella di recepire i principi del decreto governativo e quindi di stabilire che i consiglieri non possano andare oltre i 240mila euro. Per coloro che già si trovano a recepire una retribuzione superiore al tetto dei 240mila euro, è previsto che la riduzione avvenga nell'arco di 4 anni tra il 2014 e il 2017. Altra questione rimasta in sospeso, oltre a quella della definizione dei "sottotetti", è poi quella delle indennità. In passato queste avevano già subito un ridimensionamento ma, vista la decisione assunta oggi, si è deciso di "lasciare alla fase di trattativa con i sindacati la riconsiderazione della materia" in modo, per esempio, da 'compensare' chi ha maggiori responsabilità.E' chiaro che queste sono le proteste di chi non si rassegna a perdere anche solo un pezzettino dei propri privilegi e non si accorge della situazione dell'Italia reale. Se solo provassero ad andare a protestare in piazza verrebbero davvero linciati