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Stato palestinese, il Parlamento francese vota sì al riconoscimento


Due Parlamenti euromediterranei si pronunciano per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Dopo la Spagna, è ora la volta della Francia. L’Assemblea nazionale francese ha approvato la mozione che chiede al governo di riconoscere lo Stato della Palestina, con 339 voti favorevoli, 151 contrari e 16 astensioni. Il testo non ha valore vincolante per il governo, ma la sua valenza politica è indubitabile, tanto più che questo pronunciamento avviene a poche settimane da quelli, di analogo segno, espressi dal Parlamento spagnolo e prim’ancora da quello britannico. Ancora più avanti si è spinto il governo svedese che ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina. Il testo approvato dal Parlamento francese "invita il governo francese a fare del riconoscimento dello Stato della Palestina uno strumento per ottenere una soluzione definitiva del conflitto".Concetto ribadito da Elisabeth Guigou, parlamentare socialista che ha redatto il testo: l’obiettivo della mozione, spiega è riaffermare che "la soluzione dei due Stati è la migliore garanzia per la pace". Al voto non era presente il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, a Bruxelles per il vertice Nato. A rappresentare il Quai d’Orsay c’era il sottosegretario agli Affari europei, Harlem Desir, già segretario generale del Ps francese che, quando sedeva sui banchi dell’Europarlamento, si era battuto per il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di Bruxelles perché, spiegava “solo così è possibile convincere Israele che la pace, quella giusta, duratura, deve essere una pace tra pari”. "Il voto del Parlamento francese è di straordinaria importanza per il momento in cui avviene e perché può servire come esempio per altri Paesi europei e per l’Unione stessa”, dice all’Huffington Post Saeb Erekat, capo negoziatore dell’Autorità nazionale palestinese. “Quel voto – aggiunge Erekat – si muove nella direzione del rispetto della legalità internazionale, delle risoluzioni Onu e della stessa Road Map (il piano di pace messo a punto da Usa, Russia, Onu e Ue, ndr).Di segno opposto è la reazione d’Israele, secondo cui il voto francese indebolirà ulteriormente il processo di pace. A darne conto è prima una nota dell’ufficio del primo ministro Netanyahu e subito dopo un comunicato ufficiale dell’ambasciata israeliana a Parigi, secondo cui il voto del Parlamento francese “ridurrà le possibilità di raggiungere un accordo tra Israele e i palestinesi - si legge - Decisioni simili irrigidiscono la posizione palestinese e mandano il messaggio sbagliato alle persone e ai leader della regione", mentre una soluzione al conflitto israelo-palestinese si potrà ottenere "solo con negoziati onesti e diretti tra le parti e non con misure unilaterali presa da una delle parti o da terzi". Lo scorso 18 novembre il Parlamento spagnolo aveva approvato all’unanimità una risoluzione che impegna il governo a “riconoscere la Palestina come Stato, soggetto di diritto internazionale“, riaffermando “la convinzione che l’unica soluzione possibile per il conflitto è la coesistenza di due Stati, Israele e Palestina”. Attualmente i Paesi che riconoscono lo Stato palestinese sono 135.