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Giappone: Abe rivince le elezioni


Il premier giapponese Shinzo Abe vince la scommessa del referendum sulla Abenomics attraverso le elezioni anticipate e conferma l’ampia maggioranza dei due terzi nella Camera Bassa, il ramo più forte della Dieta, nonostante le difficoltà di un Paese appena scivolato in recessione e il tonfo dell’affluenza alle urne ai minimi di sempre, intorno al 52%.Il calcolo politico di Abe, che ha ora tutte le carte per poter essere il primo ministro più longevo dal dopoguerra, ha avuto successo: con una opposizione in disarmo, l’elettorato non ha trovato opzioni credibili rifugiandosi nella disaffezione alla politica (sul 52% di votanti, il minimo di sempre dopo il 59,32 di due anni fa, pesa il fattore maltempo) o nel voto di protesta (nucleare, Abenomics, tasse e modifiche costituzionali) che ha premiato il Partito Comunista, passato da 8 a 21 seggi. I Democratici (DpJ), principale forza di opposizione, hanno recuperato qualcosa (da 59 a 73 seggi), restando lontani dalla soglia di «sopravvivenza» a quota 100: il leader Banri Kaieda è stato battuto nel collegio uninominale di Tokyo 1, avviandosi alle dimissioni dopo l’onta della prima sconfitta dal 1949 che vede il capo del più grande partito di opposizione perdere il suo seggio alle elezioni della Camera Bassa. Ottima invece l’affermazione del Japan Innovation Party del sindaco di Osaka, l’ultranazionalista Toru Hashimoto, salito a 41 seggi.