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Jobs Act: il contratto a tutele crescenti elimina precarietà


Lo scorso 24 dicembre  nello stesso consiglio dei ministri che ha approvato anche la nazionalizzazione temporanea per l'Ilva e il stanziamento dei fondi per le prime bonifiche; varie nomine (Tito Boeri all'Inps, Tullio Del Sette ai Carabinieri e Claudio Graziano Capo di Stato Maggiore della Difesa) e la delega fiscale ha anche approvato i primi decreti delegati del Jobs Act. Sostanzialmente da qui in poi cambia il concetto di assunzione a tempo indeterminato e questo tipo di contratto è anche diventato il meno caro per un imprenditore. I contributi dei primi tre anni sono a carico dello Stato; saranno possibili licenziamenti economici, ma non licenziamenti per scarso rendimento. C'è il reintegro in caso dei licenziamenti economici illegittimi. In caso di licenziamento l'indennizzo sarà di due mensilità ogni dieci anni di anzianità fino al  massimo di ventiquattro mensilità e sono stati comunque estesi gli ammortizzatori sociali.La critica maggiore che viene fatta al Jobs Act da chi lo contesta è la differenza di trattamento e di diritti tra chi ha il contratto a tempo indeterminato del vecchio tipo e chi si troverà ad avere il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. In pratica alcuni saranno illicenziabili; mentre altri saranno sottoposti alle nuove regole. Vorrei ricordare a tutta questa gente che questo provvedimento è fatto per favorire assunzioni ed è quindi un atto migliorativo della situazione attuale. Il vero raffronto da fare è tra chi avrà il nuovo contratto indeterminato a tutele crescenti e chi finora ha avuto un contratto a progetto; ha lavorato in nero o si è trovato addirittura in stato di disoccupazione..Per quanto riguarda poi chi ha il vecchio contratto a tempo indeterminato è chiaro che si trova in una situazione di passaggio. Anche perchè il contratto del vecchio tipo di esaurirà man mano che questa gente andrà in pensione, si licenzierà (per qualunque motivo) o la propria azienda chiuderà o fallirà (passando, quindi, anche loro al nuovo contratto con le nuove regole).