Snorki sarai tu!

Il Regno Unito ha superato la crisi e si avvia verso le elezioni


L’economia inglese cresce come prima della crisi. Londra ha puntellato il sistema bancario – complice la benevolenza dei mercati – ora vive uno stato di grazia nel mesto scenario europeo. Il pil britannico alla fine del 2014 sarà cresciuto di circa 3 punti percentuali, il ritmo più rapido tra paesi industrializzati; meglio anche degli Stati Uniti (il cui pil salirà di circa 2,5 punti), surclassando Italia (meno 0,4), Germania (più 1,2) e Spagna (più 1,6). La creazione di posti di lavoro procede a velocità rapidissima, più in fretta di qualunque altra economia avanzata: sono stati creati 500 mila posti di lavoro (l’85 per cento a tempo pieno), il tasso di disoccupazione s’è ridotto al 6 per cento, sotto quota 2 milioni di disoccupati come nel 2008.Questi sono i frutti del governo di David Cameron, che nonostante tutto è in crisi di consenti come molto partiti di governo dell'Unione Europea. Nemmeno i laburisti di Ed Miliband se la passano bene. Alle scorse europee hanno fatto l'asso piglia tutto l'Ukip di Nigel Farage, che se dovesse ripetersi la prossima primavera in occasione delle politiche conquisterebbe anche il governo del paese. Siccome l'Ukip è un partito sia anti Ue, che anti Euro, sarebbe un terremoto per tutta l'Europa.Una questione si è invece definitivamente conclusa è quella dell'indipendenza della Scozia. Il referendum che si è tenuto nel mese di settembre ha sancito che la maggioranza della popolazione scozzese vuole restare con il Regno Unito. A deciderlo il 55,42% degli elettori che con il “no” hanno lasciato a bocca asciutta gli indipendentisti, con il loro 44,58% di “sì”. La scelta è stata di massa, in quanto oltre l’85% degli scozzesi si è recato nei seggi a votare.