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Napolitano si dimette


L'altro ieri Giorgio Napolitano ha dato le dimissioni da presidente della Repubblica. E' stato il presidente che ha sostenuto più a lungo quel ruolo, essendo stato eletto due volte. Il 10 maggio 2006, al quarto scrutinio, Napolitano ricevette 543 voti: il centrodestra si rifiutò di votarlo. Una lunga carriera da funzionario e parlamentare comunista, sempre nella corrente ‘perdente’, quella della destra migliorista, una trasformazione da stalinista e togliattiano di ferro a riformista ed europeista convinto. I ritratti al vetriolo dei suoi ex compagni di partito lo dipingevano come un lord anglosassone pignolo quanto scialbo, gelido e prudente. Il primo biennio lo trascorse quasi in silenzio. Poi dal 2008 col il governo Berlusconi, che dominò la XIII legislatura, iniziarono presto i problemi. Nel 2009 Napolitano si rifiutò di firmare il decreto legge dell'esecutivo sul caso Englaro, fece dimettere il neoministro Brancher che voleva approfittare dello scudo ministeriale per sfuggire alle indagini, firmò il lodo Alfano, ma tra mille proteste e mille dubbi, spulciò tutte le leggi del Cavaliere con rara pignoleria. A dicembre 2010 il voto di sfiducia al Cavaliere non passò per quattro voti, Napolitano volle mettere in sicurezza la legge di Stabilità, ma il complotto di Fini e altri, che portò alla caduta dell'esecutivo nel novembre 2011, venne preparato anche dal ‘patronato’ attivo del Colle che, durante la tempesta valutaria e finanziaria di agosto, prese contatto con tutti i principali leader europei per stendere un cordone sanitario intorno a Berlusconi. Il ruolo e l’interventismo di Napolitano, a quel punto, si intensificarono fino a diventare quelli noti. Invece di sciogliere le Camere, come gli chiedeva l’allora segretario del Pd Bersani, nominò Monti prima senatore a vita e poi premier di un governo di larghe intese passato alla storia come Abc (Alfano-Bersani-Casini). Le larghe intese si consolidarono in seguito alle Politiche del febbraio 2013. Dopo la rielezione forzata e a ‘furor di parlamento’ dello stesso Napolitano, con 743 voti, fu sotto la sua regia che nacque il governo Letta. Sempre con lo stesso compito: fare le riforme. Dieci mesi dopo, la luce verde all'esecutivo Renzi, che ha istituzionalizzato il metodo delle larghe intese attraverso il patto del Nazareno.Durante questi nove anni mi sono occupato di lui in merito della richiesta di grazia a Bompressi; alla morte di nostri soldati in Afghanistan, l'aggressione con cavalletto a Berlusconi; al suo professare sempre concordia tra le parti; alla formazione del governo Monti; alla sua rielezione; la condanna di Berlusconi; sul giudizio della stessa; il caso Cancellieri; il rapporto col Movimento 5 Stelle; la nascita del governo Renzi; il suo esser un premier-ombra; la deposizione nel processo per la trattativa Stato-Mafia; l'elezione di Paolo Gentiloni a ministro degli Esteri; la discussione sui tre governi "non" eletti; le prime avvisaglie delle sue dimissioni; la sua reazione allo sciopero generale Cgil Uil contro il governo; la sua lotta all'anti politica; la conferma ufficiale delle sue dimissioni.