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Elezione nuovo Presidente della Repubblica: la seconda e la terza votazione


Venerdi 30 gennaio il Parlamento si è riunito in seduta comune per effettuare la seconda e la terza votazione per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Il candidato del Pd resta Sergio Mattarella; ma in queste due votazioni il partito ha confermato che voterà scheda bianca poichè il quorum dei due terzi è ancora troppo alto (dalla quarta votazione sarà un'altra storia). Uguali sono anche le indicazioni di voto degli altri partiti sia in quanto scheda bianca (Forza Italia, Area Popolare, Scelta Civica, Popolari per l’Italia e Centro Democratico); sia per i partiti che hanno indicato un candidato di bandiera: Ferdinando Imposimato (M5s) e Vittorio Feltri (Lega Nord e Fratelli d'Italia). Sel e Alternativa libera, invece, pur votando alla terza e alla quarta per i loro candidati (Luciana Castellina e Stefano Rodotà), alla quarta ha hanno dichiarato di votare Mattarella. Nella prima votazione Gabriele Albertini era stato votato non da rappresentanti Ncd che non avevano seguito l'indirizzo del partito, ma dai Popolari per l'Italia che proprio in funzione di quel voto si sono resi riconoscibili e hanno concluso un accordo per la votazione di Mattarella alla quarta chiamata. Infine, sono debitore su chi aveva votato Emma Bonino alla prima votazione: sono stati congiuntamente il Psi e tutti i partiti autonomisti che hanno mantenuto questa decisione per la seconda e la terza votazione e che hanno già dichiarato che anche loro nella quarta convergeranno su Mattarella.
Il vero psicodramma della giornata, però avviene in Forza Italia e nel Nuovo Centrodestra. Entrambi i partiti sono irritati per la tattica di Renzi che difatto li ha esclusi dalla scelta condivisa del nuovo Capo dello Stato e li sta obbligando a prendere una scelta sul da farsi: piegarsi e votare Mattarella ammettendo la loro sconfitta politica o non farlo e rinunciare alla riforme (per Forza Italia) e al governo (per Ncd)? Per larga parte della giornata trapela l'ipotesi che entrambi i partiti alla quarta votazione usciranno dall'aula. Matteo Renzi fa notare che sarebbe la prima volta che un ministro degli interni non vota il presidente della Repubblica e fa intendere che se Angelino Alfano proseguisse nella sua decisione ne chiederebbe le dimissioni. Ricorda inoltre che non ha paura di nuove elezioni. Seguono ore febbrili e di molti incontri. Da una parte i vertici di Area Popolare e di Forza Italia si incontrano; dall'altra parte l'operazione riaggancio da parte del Pd dove Lorenzo Guerini, Debora Serracchiani, Luca Lotti e Maria Elena Boschi parlano con tutti i parlamentari di Area Popolare (uno ad uno) per convincerli a votare Mattarella alla quarta. A fine serata Matteo Renzi fa direttamente anche un invito esplicito a "tutte le forze di maggioranza e opposizione" a votare Mattarella perchè c'è bisogno di un sostegno condiviso a una "persona persona autorevole e stimata da tutti" che dovrà rappresentare tutti gli italiani. Alfano è costretto presto alla capitolazione perchè non riesce a tenere unito il suo partito: Roberto Formigoni e Beatrice Lorenzin sono largamente per il sì alla quarta e chiedono solo un appello di Renzi (che come già scritto arriva). Volano parole grosse tra l’ala filo-berlusconiana (Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo, Barbara Saltamartini, pure Gaetano Quagliariello è tra i duri) pronti alla crisi e i filogovernativi. Le prossime amministrative sono alle porte e c'è chi non ci tiene a collezionare l'ennesima sconfitta. In Forza Italia c'è Raffaele Fitto che quando gira la voce che Silvio Berlusconi vuole non entrare in aula alla quarta votazione dichiara che è una sciocchezza, perchè più che una posizione politica sembra uno sgarbo verso Mattarella; invece la linea del partito (che lui condivide) è che la persona è stimabilissima, mentre è il metodo proprosto da Renzi ad essere negativo. Quindi lui e i suoi entreranno in aula e voteranno scheda bianca anche alla quarta. Nonostante Renato Brunetta inciti al non voto; anche tra i più fedeli a Berlusconi vince il voler votare Mattarella e quindi per tenere l'unità del partito si decide di votare scheda bianca alla quarta. Ma chissà che non ci siano ulteriori sorprese.Molto più nascosta all'attenzione generale la tragedia all'interno del Movimento 5 Stelle, in crisi per non essere riusciti ancora una volta ad essere determinanti. Molti rimproverano loro di non aver fatto il nome di Romano Prodi prima che Renzi ufficializzasse la candidatura di Mattarella. In quel caso avrebbero avuto dalla loro Sel e larga parte del Pd. Ora pur non avendo nulla contro il profilo di Mattarella hanno continuato a votare Imposimato alla seconda e alla terza ed hanno annunciato di fare la stessa cosa per la quarta. Certo, che se Mattarella non riuscisse a diventare presidente alla quarta votazione verrebbe messo tutti in discussione; Renzi passerebbe da vincitore indiscusso a perdente e loro potrebbero calare la carta Prodi sicuri di essere seguiti da molti grandi elettori per poi intestarsene la vittoria a elezione avvenuta. E' Luigi Di Maio a ufficializzare le intenzioni dei pentastellati. Certo, che ora come ora, è più una speranza che un'operazione realizzabile; e a meno di sconvolgenti novità restano sconsolati ad analizzare un'altra occasione persa.La seconda votazione ha avuto i seguenti risultati: Maggioranza richiesta 673. Schede bianche 531. Schede nulle 26. Voti dispersi 61. Voti: Ferdinando Imposimato 123, Vittorio Feltri 51, Luciana Castellina 34, Emma Bonino 23, Stefano Rodotà 22, Claudio Sabelli Fioretti 14, Marcello Gualdani 10, Giuseppe Pagano 7, Santo Versace 6, Romano Prodi 5, Paola Severino 5, ... Sergio Mattarella 4, ..., Ignazio Messina 3, ..., Pierluigi Bersani 2, Anna Finocchiaro 2, Franco Frattini 2 ecc.La terza votazione ha avuto i seguenti risultati: Maggioranza richiesta 673. Schede bianche 513. Schede nulle 27. Voti dispersi 70. Voti: Ferdinando Imposimato 156, Vittorio Feltri 26, Luciana Castellina 33, Emma Bonino 23, Stefano Rodotà 22, Lucio Barani 21, Pippo Pagani 11, Claudio Sabelli Fioretti 8, Marcello Gualdani 7, Mauro Guerra 5, Luigi Manconi 4, Francesco Guccini 4, Sergio Mattarella 4, Romano Prodi 3, Ignazio Messina 3, Giovanni Malagò 3, ..., Ignazio Messina 2,  Franco Frattini 2, Michele Emiliano 2, Pierferdinando Casini 2 ecc.Le votazioni di oggi sono passate senza sorprese; adesso la soglia del quorum si abbassa e la quarta votazione o incoronerà Sergio Mattarella presidente e Matteo Renzi vincitore unico dell'incontro o potrebbe davvero succedere la qualunque. Di sicuro il Partito Democratico tornerà a deflagrarsi in mille pezzi (forse non solo metaforicamente). Tutto questo dipende da quanti franchi tiratori agiranno all'oscuro dei catafalchi montati alla camera per il voto.