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Scelta Civica: metà partito va a congresso, l'altra entra nel Pd


Traslocano armi e bagagli nel gruppo del Pd. Lasciano l’incerto approdo di Scelta civica, il partito fondato (e poi abbandonato) da Mario Monti e partono per il porto sicuro di Matteo Renzi. Sono 5 senatori e 3 deputati: Linda Lanzillotta, Pietro Ichino, Alessandro Maran, Gianluca Susta, Stefania Giannini (senatori) e Ilaria Borletti Buitoni, Irene Tinagli e Carlo Calenda (deputati). Al senato restano solo in due: Mario Monti che non commenta e Benedetto Della Vedova. Alla Camera in 22. La pattuglia di governo si assottiglia: avendo lasciato Stefania Giannini (ministro dell'Istruzione), Carlo Calenda (viceministro dello Sviluppo Economico) e Ilaria Borletti Buitoni (sottosegretaria ai Beni e Attività Culturali e Turismo); restano solo due sottosegretari Benedetto Della Vedova (sottosegretario agli Affari Esteri e Cooperazione) e Enrico Zanetti (sottosegretario dell'Economia e Finanze).Proprio Enrico Zanetti ha presentato una delle tre mozioni del congresso; le altre sono di Benedetto Della Vedova e Luciana Cazzaniga. Il Congresso si è tenuto l'8 febbraio anche se originariamente era stato programmato per il 31 gennaio (slittato per l'elezione di Sergio Mattarella). Mentre la mozione della Cazzaniga è la più movimentista e filo-rete; le due che veramente hanno più visibilità sono quelle dei due sottosegretari. Enrico Zanetti crede in una rifondazione di Scelta Civica e pone il partito come alternativo sia alla destra che alla sinistra. Vuole restare nella maggioranza di governo; ma in modo non subalterno al Pd di Matteo Renzi. Benedetto Della Vedova, invece, vorrebbe che il partito si sciogliesse nel Pd. Proprio per presentare la sua mozione, provabilmente, non ha aderito assieme ad altri suoi colleghi di partito al Pd prima del congresso stesso. In realtà a questo congresso era stata presentata una mozione anche da Irene Tinagli, che però ha preferito rinunciare perchè ha notato in alcuni territori una corsa al tesseramento in vista del congresso di Sc; cosa che stride cobn la sua idea di un movimento snello, di opinione e senza apparati da partito “pesante”.La vittoria del congresso è andata a Enrico Zanetti che aveva l'80% dei delegati; ma alla fine hanno votato per lui il 93,89% dei delegati al congresso del partito. Questo anche grazie al ritiro dellamozione di Della Vedova che ha dichiarato: "Per coerenza e rispetto di quanti partecipano al congresso solo perché condividevano la mia impostazione, trovo giusto esprimermi in questa sede ma è evidente che con la partecipazione al congresso considererò conclusa la mia esperienza in Scelta Civica. Io resto convintamente in questa maggioranza, ma il pd non è il mio partito". Insomma Derlla vedova da ora in poi è da considerare un indipendente; mentre Scelta Civica conterà da ora in poi un solo sottosegretario al governo (proprio il segretario Zanetti) e 22 deputati alla Camera (ma zero al Senato). La nuova Scelta Civica resterà sempre in maggioranza (ma con uno spirito critico) e guardando alle altre formazioni di centro Area Popolare e magari Italia Unica. C'è adesso da scommettere su cosa faranno i 22 deputati.