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Primarie Pd Marche e Campania


In entrambe le regioni è finato tutto tranquillo, senza brogli ne contestazioni. E anche il numero dei votanti è soddisfacente. Nelle Marche hanno votato oltre 40 mila elettori e l'ex sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli ha vinto le primarie del centrosinistra (Pd, Idv, Verdi e Cd) per la scelta del candidato presidente delle Marche, battendo con due-tremila voti di distacco l'assessore regionale al Bilancio Pietro Marcolini, come lui del Pd. Fra i due però c'è stato un testa a testa. Più in sordina la corsa dell'unica donna, Ninel Donini, sostenuta dall'Idv. Ceriscioli ha conquistato le province di Pesaro, Ascoli e Fermo (dove i dati sono definitivi), mentre Marcolini prevale nel Maceratese e ad Ancona. I seggi si sono chiusi alle 22, la percentuale finale di Ceriscioli è 52,53%. Sia ceriscioli, che Marcolini erano appoggiati da parecchi membri della maggioranza e della minoranza del Pd; non si poteva e non si può tirare una riga fra maggioranza e minoranza Pd, fra renziani della prima o della seconda ora. L'attuale governatore delle Marche Gian Mario Spacca ex del Pd è uscito dal partito mesi fa perchè non ha ottenuto la candidatura per il terzo mandato. Ha fondato Marche 2020 e si è alleato con Area Popolare. L'incognita adesso è se si alleeranno con il centrosinistra (se si che contro partita chiederà in cambio Spacca nella nuova giunta) oppure tenteranno la strada autonoma ricandidando proprio il governatore in carica e magari coinvolgendo Forza Italia nella coalizione.In Campania hanno votato 160 mila persone. Consultazione a tre tra l'europarlamentare Andrea Cozzolino (Pd), il sindaco decaduto di Salerno Vincenzo De Luca (anche lui del Pd) e il socialista Marco Di Lello. Questo perché, a poche ore dalla consultazione, il renziano Gennaro Migliore (Pd) e il candidato dell'Idv Nello Di Nardo si sono ritirati denunciando l'impraticabilità del campo, reso viscido dalle denunce su presunte 'alleanze pericolose' con esponenti della destra ed ex "cosentiniani" cui avrebbero fatto ricorso De Luca e Cozzolino, i due grandi favoriti della competizione. Anomalie favorite da una consultazione senza regole dove, in assenza di un'anagrafe degli elettori, chiunque può votare e "drogare" il responso delle urne. Nonostante i vertici nazionali abbiano cercato di stoppare le primarie proprio per evitare una possibile vittoria di De Luca che è decaduto da sindaco di Salerno per la condanna in primo grado per abuso d’ufficio. Alle regionali è candidabile, ma se dovesse vincere sarebbe immediatamente sospeso per via della legge Severino. E’ l’esito che il Nazareno voleva evitare. Ora pende sulla testa del Pd una campagna per le regionali ancora più in salita. Prima del voto c'è stato un appello al non voto di Roberto Saviano che aveva sostenuto che "I candidati sono espressione della politica del passato. Queste elezioni saranno determinate da voti di scambio. Pacchetti di voti sono pronti ad andare a uno o all'altro candidato in cambio di assessorati. In più saranno determinanti gli accordi con Cosentino".