Snorki sarai tu!

Verrà sdoganata anche Casapound? No, Sovranità!


L'espandersi della Lega al resto dell'Italia cambia gli equilibri tra i due movimenti che finora si sono sempre ignorati, se non avversati. Non «moriranno leghisti», assicurano da Casapound, ma di certo almeno per un pò vivranno l'uno accanto all'altro. Intanto manifestano insieme, perchè «nella Lega è cambiato qualcosa, profondamente. Si sono scusati per le offese. Sanno che il nord non si salva da solo ma che bisogna parlare di Nazione. E Salvini lo fa». L'accostamento tra Casapound e Lega, nazionalisti a braccetto con 'padanì, può sembrare dei meno prevedibili. Di certo, quando a Roma devono sfilare migliaia di "antagonisti" per dare l'altolà a Matteo Salvini, è anche potenzialmente esplosivo, specie dopo i tafferugli della vigilia a piazzale Flaminio. Ma alla fine è andata come sia il capo della Lega che i suoi alleati avevano annunciato: nessun contatto con i militanti dei movimenti, tenuti ben separati dalla sede di Casapound da un massiccio (e duplice) cordone di polizia.I fascisti del Terzo Millennio hanno recentemente dato vita a Sovranità e mandato in soffitta la tartaruga per fare spazio a tre spighe italiche e dorate (naturalmente su fondo blu). L’associazione nasce con l’intento di “unire chi ama la Nazione e vuole sostenere le idee di Matteo Salvini”. Di Stefano afferma che: “Casapound aderisce a Sovranità.Tuttavia Sovranità è qualcosa di più largo”. Sarà, ma al momento tutti i responsabili regionali e provinciali di Sovranità provengono dalle file di Casapound e i coordinatori nazionali sono Davide Di Stefano e Mauro Antonini, dirigenti nazionali di Casapound, attualmente collaboratori dell’Europarlamentare Mario Borghezio (pagati dal Parlamento Europeo). Più che un’adesione sembrerebbe un’invasione. «Se anche Giorgia Meloni si mettesse in testa di dire che Salvini è il leader da contrapporre a Renzi saremmo più felici tutti» aggiunge Di Stefano, stuzzicando in casa la romanissima leader di FdI, mentre la destra antileghista che oggi manifestava in Prati corre su un binario morto: «Preferiscono rimanere residuali: non lo facciano, c'è spazio in questa grande avventura». Anche perchè Salvini sa toccare evidentemente le corde giuste: «Ieri sera in tv è stato chiaro: quando la Gruber ha detto "quelli sono fascisti", lui ha risposto "che problema c'è". Non credo si vergogni di noi». E poi «diceva "prima gli italiani" e non "prima il nord"».Casapound è ormai alle spalle e in breve tempo Sovranità ha raccolto sponsor importanti: il quotidiano il Tempo ha offerto il suo patrocinio per organizzare a Roma un convegno sui Marò, l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi ha partecipato al convegno romano in cui è intervenuto anche Simone Di Stefano e Vittorio Feltri ha presenziato alla presentazione dell’associazione a Milano. Ma gli sponsor non sono sempre nomi famosi e in Puglia, ad esempio, si sono dovuti accontentare dell’adesione dell’On. Giuseppe Gallo, ex militante di Alleanza Nazionale che in Parlamento non siede più dal 2006. Gallo ha tentato di ritornare sulla scena politica candidandosi alle scorse europee con Fratelli d’Italia ma l’avventura elettorale non è andata bene ed ora cerca nuove fortune con Sovranità. D’altronde Di Stefano aveva parlato chiaro: “Sovranità è un contenitore che vuole sostanzialmente portare il mondo della Destra all’interno del progetto salviniano in maniera chiara e pulita”. Insomma, Di Stefano vuole lanciare ai naufraghi della destra quel salvagente che Salvini ha lanciato ai moderati.Diciamo che se vent'anni fa c'è stato chi ha sdoganato dei fascisti e li ha fatti diventare moderati, facendo loro rinunciare a tutte l'ideologia che avevano avuto fin a quel momento; adesso c'è qualcun'altro che sta prendendo degli elettori moderati e li sta facendo diventare elettori fascisti sdoganando proprio chi non aveva aderito alle sirene di quella svolta di vent'anni fa e che in tutto questo tempo era rimasto minoritario e silente. Sovranità è la terza gamba del tavolo della coalizione di Salvini ed è il nuovo volto di quella CasaPound, che alle prossime elezioni politiche (comunque vada) arriverà in Parlamento.