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Iran, intesa su nucleare


Le potenze del "5+1", l'Ue e l'Iran "si sono accordati sui parametri chiave per arrivare a un accordo quadro sul nucleare iraniano. Un passo storico verso un mondo migliore. L'Iran non potrà sviluppare l'arma nucleare". Questo l'annuncio da Losanna del capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, che ha coordinato i lavori, affiancata dal ministro degli Esteri di Teheran, Mohamed Jawad Zarif per una dichiarazione congiunta. Punti centrali della storica intesa, la cancellazione graduale e monitorata delle sanzioni, la riduzione di due terzi dell'arricchimento dell'uranio, controllo da parte di ispettori internazionali della sospensione del programma nucleare iraniano. Congratulazioni a tutti i negoziatori dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon: "L'accordo contribuirà alla pace e alla stabilità in Medioriente". La Russia invece "saluta il riconoscimento del diritto dell'Iran a un programma per il nucleare ad uso civile", secondo un principio, si legge in una nota del ministero degli Esteri, "formulato dal presidente Vladimir Putin".Dopo decenni di gelo, Washington e Teheran sono ora in grado non solo di dialogare, ma anche di accordarsi, di aprire una nuova fase all’interno della comunità internazionale. Questo grazie alla volontà e alla determinazione di due leader che fin dall’inizio della loro era hanno manifestato la chiara volontà di voler cambiare le cose. Un cammino iniziato con l’ormai famosa telefonata tra Obama e Rohani del settembre 2013, e che potrebbe portare a fine giugno a una stretta di mano da consegnare ai libri di storia. Tramontati i sogni di favorire una pace in Medio Oriente, per Obama l’accordo con l’Iran rappresenta la più grande scommessa della sua presidenza. Ma anche la più rischiosa, perché in ballo c’è un programma nucleare dell’Iran che viene di fatto riconosciuto ufficialmente, anche se solo per scopi civili. Senza contare che una revoca delle sanzioni garantirà un improvviso maggior benessere all’Iran, rafforzandolo sullo scacchiere mediorientale dove tuttora appoggia gruppi e milizie che alimentano i conflitti regionali e il caos. Ma il presidente americano ha deciso di fidarsi del nuovo corso di Rohani, con cui parla una lingua molto più simile rispetto agli interlocutori del passato, l’incendiario Ahmadinejad in testa. E ha spinto come non mai per arrivare a una soluzione che prevedesse la revoca delle sanzioni verso Teheran, a fronte di ben precise restrizioni.Dagli Stati Uniti, il presidente Barack Obama rimanda ogni impegno per unirsi all'annuncio: "E' una storica intesa, preverrà la bomba nucleare. Se arriveremo a un accordo finale, gli Stati Uniti, i nostri alleati e il mondo saranno più sicuri. Se l'Iran mentirà, il mondo lo saprà". Un chiaro messaggio, quest'ultimo passaggio, al premier israeliano Benjamin Netanyahu, molto critico sui negoziati. Obama poi è stato ancora più chiaro e diretto: "L'accordo raggiunto oggi rappresenta la migliore opzione anche per Israele". In serata il presidente americano ha poi chiamato il premier israeliano dall'Air Force One. E nel corso della telefonata Netanyahu è stato molto duro: "Questo accordo mette a rischio la sopravvivenza di Israele", ha detto a Obama. "L'intesa, ha aggiunto il premier israeliano, apre la strada alla possibilità che l'Iran si doti della bomba atomica"Ben altri commenti arrivano da Tel Aviv. "L'accordo sul nucleare è un errore storico", afferma nella prima nota il governo di Israele. Subito dopo l'annuncio, lo stesso premier Benyamin Netanyahu aveva ribadito in un tweet il giudizio contrario di Israele e il suo ministro dell'intelligence Yuval Steinitz aveva detto chiaro e tondo che tra le possibili opzioni quella militare resta sul tavolo se "non avremo altra scelta". "Ogni accordo - ha tuonato il premier in un tweet - deve riportare indietro in maniera significativa le capacità nucleari dell'Iran e fermare il suo terrorismo e la sua aggressione". La trattativa di Losanna, ha spiegato Mogherini, ha registrato progressi tali da giustificare il suo proseguimento. Nuova deadline fissata al 30 giugno. Ma Mogherini sottolinea come "oggi abbiamo compiuto un passo avanti decisivo, siamo arrivati a delle soluzioni chiave per un accordo a 360 gradi che garantirà la natura esclusivamente pacifica del programma nucleare iraniano. Grazie a tutte le delegazioni per il lavoro incessante".- Il "5+1" (Usa, Francia, Regno Unito, Germania, Cina e Russia) e l'Iran hanno trovato l'accordo sulla sospensione di oltre i due terzi della attuale capacità di arricchimento dell'uranio del programma di Teheran, accompagnata da 10 anni di monitoraggio. - La maggior parte delle riserve di uranio arricchito dell'Iran dovrà essere diluita (degradata a un livello di purezza inferiore all'attuale) o trasferita all'estero. - L'Iran manterrà dunque 6104 delle attuali 19mila centrifughe e si impegnerà a non arricchire l'uranio oltre il 3.67 per cento per almeno 15 anni. - L'Iran, inoltre, si impegna a ridurre il suo attuale stock
di 10mila chili di uranio arricchito a non più di 300 chili, arricchiti al massimo al 3,67 per cento. - Le centrifughe in eccesso e le strutture per l'arricchimento saranno poste sotto il controllo della Aiea e saranno utilizzate solo per fornire ricambi. - Dopo i primi 10 anni di monitoraggio, le attività di ricerca e sviluppo continueranno a essere limitate e supervisionate, con le diverse restrizioni sul programma nucleare iraniano che resteranno in vigore per 25 anni. - In cambio del rispetto di questi vincoli, l'Iran si vedrà gradualmente alleggerire il peso delle sanzioni internazionali. - Il mancato rispetto dell'accordo porterà automaticamente al ristabilimento delle sanzioni contro Teheran.Anche con l'accordo sul nucleare, resteranno invece in vigore le sanzioni contro l'Iran per terrorismo, abusi sui diritti umani e detenzione di missili ad ampia gittata. Ed è stato lo stesso ministro iraniano Zarif ha sottolineare come il raggiungimento del risultato sul nucleare non comporti necessariamente una normalizzazione delle relazioni, in particolare con gli Stati Uniti. "Le nostre relazioni con gli Usa non hanno niente a che vedere con questo. Ci dividono tante differenze e nel passato abbiamo eretto una reciproca diffidenza. La mia speranza è che, con la coraggiosa implementazione di questo accordo, si possa recuperare un po' di quella fiducia. Non ci resta che aspettare e osservare". Da parte sua, il segretario di Stato Kerry ha sottolineato come gli Usa siano ancora "preoccupati per le attività di destabilizzazione" messe in atto dall'Iran in Medioriente. E ha rivolto un appello alle autorità di Teheran: "rilasciare gli americani detenuti nelle celle iraniane".