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Il decreto antiterrorismo è legge


II cosiddetto decreto antiterrorismo incassa la fiducia al Senato con 161 sì, 108 no e un solo astenuto e diventa legge. Ma l'opposizione attacca, non solo per il fatto che su una «materia così delicata» sia stato chiesto il voto di fiducia, come denunciano i 5 stelle. Ma anche per il contenuto «visto che - come osserva il senatore di Sel Peppe De Cristofaro - misure dettate da una logica emergenziale come quella degli interrogatori in carcere da parte di agenti dei servizi segreti, senza che sia presente l'avvocato difensore, rischiano di diventare permanenti». Quindi, si afferma anche nella Lega, sarebbe stato meglio un confronto parlamentare su questi temi anziché «blindarli con il voto di fiducia». Sandro Bondi e Manuela Repetti hanno votato sì: due senatori hanno di recente lasciato Forza Italia confluendo nel gruppo Misto.Ma il governo, si spiega in ambienti della maggioranza, aveva fretta (il decreto sarebbe scaduto a breve) e «davanti all'ostruzionismo minacciato da FI» già in commissione, avrebbe deciso di forzare la mano impedendo di fatto al Senato di modificare il testo già cambiato alla Camera rispetto alla versione uscita da Palazzo Chigi. Così, oltre alla proroga delle missioni internazionali, che Sel chiede da tempo e «inutilmente» di «spacchettare per poterle analizzare una ad una visto che sono tra loro molto diverse», diventano legge anche tutte le misure messe a punto dal governo all'indomani della strage di Parigi al Charlie Hebdo. Tra le principali novità introdotte con il decreto c'è I' affidamento alla Procura Antimafia anche della competenza sul terrorismo; dai 5 agli 8 anni di reclusione per i "forcing fighters", cioè quelli che si arruolano per andare a combattere all'estero con i terroristi, contro i quali scatterà anche la pena accessoria della perdita della potestà genitoriale nel caso in cui sia coinvolto un minore.