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Civati é uscito dal Pd


E' stata la firma di Mattarella sull'approvazione dell'Italicum a costituire la famosa goccia che ha fatto decidere a Giuseppe Civati di andare via dal Pd. In quasi solitudine per la verità. Alle primarie del Pd aveva conquistato il 14% e da quel momento in poi ha passato il tempo a criticare tutto quello che faceva Renzi; ma senza neanche formare, però, un'opposizione interna più unita con gli altri che si oppongono alla linea del premier. Da quel momento in poi sono seguiti una marea di dichiarazioni in cui Civati sosteneva sempre che sarebbe uscito dal Pd, ma puntualmente rimandava alla volta dopo. Così piano piano molti di quelli che aderivano alla sua corrente si sono dispersi o aderendo alla maggioranza interna di Renzi (Filippo Taddei); o uscendo molto prima di lui dal partito. Ora che è uscito davvero ben in pochi lo hanno seguito: una di queste è l'europarlamentare Elly Schlein.I commenti all'interno del partito sono o di scherno nei suoi confronti o solidali, ma in realtà strumentali a critiche verso Renzi. Mentre David Sassoli con ironia dice che ci ha messo solo due anni ad uscire; Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani dicono che Civati ha sbagliato ad andare via; ma che la politica di Renzi sta facendo perdere molti elettori, oltre che parlamentari. Battuta che permette a Renzi di ribattere che loro della gestione precedente preferivano vedere il Pd al 25%. Insomma, siamo alle scaramucce perpetue che fotografano due visioni completamente diverse dI Partito Democratico.Ma tra quelli che rimangono all'opposizione interna a Renzi nessuno ha più intenzione di fare scissioni. Ne Pierluigi Bersani, ne Guglielmo Epifani, ne Stefano Fassina hanno intenzione di andare via. Il loro sogno, infatti è quello di riprendersi il partito. Ma devono stare attenti, perchè, se anche riuscissero a segare le gambe a Renzi verrebbero danneggiati anche loro.Ma torniamo a Civati. Adesso che cosa vuole fare? Lui vuole fare un nuovo Pd; cioè un partito di sinistra moderata. Per questo motivo non subisce le lusinghe di Nichi Vendola e di tutti i dirigenti di Sel; che si dicono pronti a sciogliere il loro partito per creare qualcosa di più grande. Sinistra Ecologia e Libertà era nata proprio per fornire quella sinistra moderata che le varie Rifondazione, Comunisti Italiani, Verdi ecc non garantivano; arroccatesi nelle loro posizioni estremistiche. Sel ha perso molte occasioni per trovare un suo spazio concreto; la partita l'ha definitivamente persa alle scorse europee quando ha deciso di schierarsi con gli altri partiti di sinistra estrema nel contenitore della Lista Tsipras - L'altra Europa. Da quel momento in poi è stato considerato un partito estrenista anche Sel. I compagni di strada di Civati, oltre a qualche fuoriuscito Pd (passati e futuri); non possono essere altro che Alternativa Libera e gli altri ex del Movimento 5 Stelle. C'è da vedere, comunque, se riusciranno tutti a unirsi visto che non sono riusciti per ora a formare nemmeno un unico raggruppamento nel misto. Nichi Vendola, comunque ha un'altra possibilità e cioè quella si approfittare della non ricandidatura di Giuliano Pisapia a sindaco di Milano per traghettarlo nella politica nazionale e metterlo a capo di una sorta di grande Sel. Peccato che Civati, Vendola ed ex pentastellati non capiscono che non ci sarà ne un Pd2, ne una grande Sel se non uniscono le forze.