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L'oppozione a Marino chiede le sue dimissioni. Renzi e Orfini lo difendono


L'opposizione in Comune subito attacca Marino. E per primo certamente il leader di Noi con Salvini, Matteo Salvini: "Marino deve dimettersi subito, tornando al voto al più presto, ma il governo dovrebbe rispondere. C'è un'interrogazione parlamentare della Lega del dicembre scorso sul centro immigrati di Mineo e adesso emergono porcherie proprio su quel centro. Marino a casa e il governo risponda in Aula", attacca il segretario federale della Lega Nord. Che poi annuncia: "Se si torna alle elezioni NoiConSalvini ci sarà certamente per le elezioni al Comune di Roma. È la gente che ci chiama". Anche il Movimento 5 Stelle ci va pensante. Alessandro Di Battista dichiara: "Questa è l'ennesima prova che il sistema dei partiti è totalmente marcio, ivi incluso il Pd romano già commissariato, che governa indegnamente questa città e che è totalmente coinvolto nell'indagine con diversi suoi esponenti. Ora vedremo se Marino, Orfini ed Esposito avranno il coraggio di affermare che la nostra richiesta di dimissioni del Sindaco sia assimilabile alle richieste della mafia". Di Battista aggiunge: "La vergogna non basta. Chi ha fatto da palo e non da commissario dovrebbe dimettersi all'istante". Anche la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni interviene: "Il sindaco Marino abbia la decenza di evitare alla Capitale d'Italia la vergogna di essere commissariata per mafia. Si dimetta e si torni alle urne il prima possibile. Ma non solo: il Parlamento discuta e voti subito la proposta di legge di Fratelli d'Italia per istituire una commissione d'inchiesta sui rapporti tra coop e politica e fare definitivamente chiarezza. Siamo stati i primi a denunciare lo scandalo del business legato all'accoglienza degli immigrati: un sistema ignobile di potere, nel quale degli schifosi corrotti senza scrupoli si arricchiscono sulle spalle dei disperati con i soldi degli italiani"Ma il sindaco Ignazio Marino non ci pensa proprio: "Dimissioni? Continuiamo in questo modo. Stiamo cambiando tutto. Una politica antica, non solo nei metodi ma anche nei contenuti, e in alcuni casi gravemente colpevole, è stata allontanata da me con l'azione amministrativa". Ignazio Marino che si dice "estremamente orgoglioso e felice del lavoro del procuratore Pignatone che dal suo punto e per la sua area di lavoro sta svolgendo lo stesso tipo di compito che noi stiamo facendo dal punto di vista amministrativo". Secondo il sindaco "la politica nel passato ha dato un cattivo esempio ma oggi sia in Campidoglio ed in alcune aree come Ostia abbiamo persone perbene che vogliono ridare la qualità di vita e tutti i diritti e la dignità che la Capitale merita". Il Pd fa quadrato intorno a Marino e Zingaretti. E contrattacca rispetto a tutti gli avversari politici. Più che nel dicembre scorso, quando il Pd renziano, pur scosso dall’inchiesta ‘Mafia capitale’, si sentiva ancora sicuro del 40,8 per cento conquistato alle europee. Ora non più: subito, alle spalle, c’è la magra vittoria delle regionali di domenica scorso, un partito che ha vinto in 5 regioni su 7 ma che ha dovuto battagliare con una Lega agguerritissima, un M5s redivivo e Forza Italia resuscitata, almeno in Liguria. Ecco perché tutt’e tre finiscono nel mirino dei democratici, tutt’e tre sono scatenate a chiedere le dimissioni di Marino e Zingaretti.Matteo Orfini attacca: “Le giunte Marino e Zingaretti sono di ostacolo per le attività criminali messe a fuoco dall’inchiesta, come si evince dalle intercettazioni e dunque sono baluardo anti-illegalità. E’ evidente che la risposta della criminalità è stata di aggredirle, trovare il punto debole… La cosa peggiore sarebbe interrompere le loro attività amministrative”. E via al contrattacco: “Al Movimento 5 Stelle “dico che non è un caso che siano diventati idoli dei clan, nel momento in cui hanno la linea dei clan e chiedono che Marino vada a casa come vuole la criminalità”. A Giorgia Meloni: "ha il dovere di spiegare qualcosa, visto che gli unici indagati per 416bis sono Alemanno e Gramazio" e che "come emerge dalle carte dell'inchiesta Buzzi chiedeva voti alla criminalità organizzata per quel partito". A Salvini: “Oggi gli uomini che spandono il verbo di Salvini a Roma sono stati il perno della giunta Alemanno e hanno contribuito a distruggere Roma". "Un Paese solido combatte la corruzione, come sta avvenendo in Italia, con grande decisione e forza mandando chi ruba in galera", dice Matteo Renzi da Palazzo Chigi. "C'è la presunzione di innocenza, ma quando arriverà la sentenza definitiva è giusto che chi ha violato la regole del gioco paghi tutto, fino all'ultimo giorno e fino all'ultimo centesimo". “Gli arresti di oggi li avevamo già messi nel mirino. Quando abbiamo fatto dimettere Andrea Tassone (ex presidente del Municipio di Ostia, arrestato oggi, ndr.) non c'era soltanto una valutazione politica. Mi aspettavo il suo arresto”. Insomma, nessuna sorpresa. “Marino, appena si è insediato, ha chiesto l’intervento del ministero dell’Economia, allora ministro Saccomanni, per verificare gli atti della giunta Alemanno… - scandisce Orfini - Prima dell’inchiesta ‘Mafia capitale’, Marino stesso ha portato in procura delle carte in cui si esprimevano delle perplessità…”. Il Pd locale ha l’unica colpa di “non essersi accorto di quello che succedeva, dilaniato dalle guerre interne. Ma noi abbiamo commissariato il Pd a Roma. Altri non hanno fatto nulla…”.