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Triplo attacco a Renzi


In questi giorni forse proprio perchè mancano pochi giorni ai ballottaggi e ci si considera ancora in campagna elettorale è in corso un triplice attacco al premier Matteo Renzi. Un attacco le cui sue tre diramazioni non hanno niente a che vedere le une con le altre e che anzi vengono portate avanti da gente che tra loro non si stima per niente.Al nord è in corso un pesante attacco contro lo smistamento degli immigrati provenienti dal nord africa che l'Italia attraverso Triton ha salvato da morte certa. I governatori di Lombardia, Veneto e Liguria hanno fatto presente la loro indisponibilità ad accogliere ulteriori profughi. Questo ha provocato lamentele di altre regioni del Nord che si sono dichiarate indisponibili ad accogliere gli immigrati riservate alle tre regioni in causa e che comunque condannano la presa di posizione dei tre governatori. La governatrice del Friuli Debora Serracchiani dichiara:«Non può assolutamente farlo, le Regioni non hanno competenza diretta su questo tema, ce l' hanno il Viminale e i prefetti, il governo ha totale autonomia nella gestione dell' emergenza immigrazione, e lui che è stato ministro dell' Interno lo sa bene». «Noi, come Friuli-Venezia Giulia, abbiamo circa 2.600 profughi, a cui vanno aggiunti 200 minori non accompagnati, abbiamo accolto oltre la nostra quota-limite stabilita dal governo, che è di 1.950. Siamo una Regione fortemente esposta perchè non ci sono solo gli ingressi dal mare, ci sono pure quelli da terra, dai Balcani. Ne arrivano anche 30 al giorno. C' è un piano, i migranti saranno distribuiti secondo il piano e tutti dovranno fare la loro parte, tutte le Regioni, nessuna esclusa. Altrimenti ci dicano che non sono in grado di fare gli amministratori. Perchè è quello il loro lavoro, risolvere i problemi, le emergenze, fare amministrazione, non ideologia, anche quando non gli piace». Anche il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino si fa sentire: "La mossa di Maroni è strumentale e poco seria: mira a mettere insieme vecchi e nuovi presidenti di Regione di centrodestra. Maroni sa benissimo che la sua posizione è illegittima ed è attaccabile dal punto di vista politico, perché se il governo facesse come vuole fare lui, taglierebbe i fondi alla Regione Lombardia perché disattende ad un accordo tra le Regioni e il governo dell'agosto 2014, quando decidemmo di farci carico tutti, in modo equilibrato, di chi arriva in Italia fuggendo da fame e guerra. E' sbagliato dare segnali di divisione tra le regioni proprio mentre Renzi fa battaglia in Europa perchè il problema immigrazione sia affrontato in modo coordinato e unitario. Il governo ignori Maroni e dia disposizioni ai prefetti per l'accoglienza dei migranti in tutte le Regioni". E poi ci sono addirittura quelli di Libero che si lamentano che tutto il nord (Piemonte e Friuli compresi) ospita un quarto degli immigrati. Senza però aggiungere che la sola Sicilia ne ospita quasi un altro quarto (il 22%).Il tutto nasce quando il governatore lombardo Roberto Maroni ha fatto girare una circolare in cui intimava ai comuni lombardi di non accettare altri immigrati; pena il taglio dei fondi regionali. Gli altri governatori del centrodestra Giovanni Toti (Liguria) e Luca Zaia (Veneto) si sono accodati. Matteo Renzi ha risposto che quei fondi che mancheranno dalla regione verranno dati dallo Stato, per cui ha invitato i Comuni ad accoglierne. Maroni allora, dopo aver visto neutralizzata la sua mossa ha scritto direttamente alle prefetture lombarde ordinando di non accettarne più. I prefetti a stretto giro di posta ha dichiarato all'unisono che prendono ordini solo dal ministro idegli Interni. Cioè Angelino Alfano.  Va bene che Maroni è stato due volte al Viminale: ma forse pensa di essere anbcora ministro? A questo punto è entrato in campo il leader della Lega Nord Matteo Salvini è ha pubblicato su Fb numeri delle prefetture chiedendo agli italiani di protestare. Ora o un discreto numero di italiani segue l'indirizzo dei leader padani o anche questa iniziativa è destinata a fallire. Questo però anche dimostra che l'eperura della Lega al sud è solo strumentale e che del meridione in fondo a Salvini & c. non importa nulla.Anche a Roma le acque sono agitate per Renzi. Le ultime novità dell'inchiesta Mafia Capitale vede Salvatore Buzzi nell'interrogatorio dichiarare che il Pd romano usava i soldi derivanti da fondi illeciti per pagare i suoi dipendenti e le attività del partito. Il presidente nazionale Pd nonchè commissario della federazione di Roma Matteo Orfini ha dichiarato: “In più di un'occasione Buzzi e i suoi sodali parlavano di Ignazio Marino come di un nemico, auspicando addirittura che i loro amici lo facessero cadere. Non stupisce più di tanto, quindi, che quotidianamente le destre protagoniste della vergognosa gestione Alemanno alimentino una indegna gazzarra contro Marino per nascondere le proprie immense responsabilità. Non stupisce nemmeno che un partito il cui padrone ha dichiarato che la mafia non esiste chieda ripetutamente quello che chiedeva Buzzi, ovvero la cacciata di un sindaco che sta ripulendo la città".Nel frattempo il Movimento 5 Stelle ha iniziato la campagna "Occupy Campidoglio" perchè anche se Ignazio Marino risulta estraneo ai fatti; credono comunque che un buon sindaco avrebbe comunque dovuto accorgersi di quei movimenti. Per questo il M5s chiede le sue dimissioni e quelle del governatore laziale Nicola Zingaretti. Anche Alfio Marcini, Fratelli d'Italia e nel suo piccolo Noi con Salvini stanno facendo pensante campagna per le dimissioni.  A questo punto ricommenta Orfini: "Sono lieto che il M5S abbia deciso di scegliere con largo anticipo il candidato sindaco che nel 2018 sfiderà Marino, così forse la prossima volta riusciranno a presentarsi più competitivi che nel 2013. Da parte nostra, siamo consapevoli che occorra una rigenerazione etica della città. Per questo stiamo facendo pulizia nel Pd senza fare sconti a nessuno e con la durezza necessaria. Non ci risulta che gli altri stiano facendo lo stesso. Siamo al fianco di Marino e Zingaretti e diciamo loro ancora una volta di proseguire sulla strada delle legalità e del buon governo”.Anche in parlamento c'è chi pensa di avvantaggiarsi per i ballottaggi. In commissione al Senato, durante la discussione del ddl scuola è stata bocciata ola costituzionalità del provvedimento. Per fortuna di era in commissione, appunto. Ma non ci può incolpare la minoranza Pd questa volta perchè tutti i rappresentanti del Pd erano presenti; piuttosto moltissime assenze erano sul fronte del Ncd. Strategici movimenti per diversificarsi dal Pd? E comunque ora il Pd deve preoccuparsi per i numeri del suo governo? Provabile crisi o minoranza Pd e le truppe di Verdini in uscita da Forza Italia arriveranno in tempo?