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L'Ncd naufraga tra le inchieste giudiziarie


Alfano appare "accerchiato" dai problemi giudiziari che stanno colpendo molti dei suoi uomini. Dopo la grana Lupi, rapidamente archiviata con le "dimissione forzate" e concordate da ministro delle Infrastrutture e la ben più grave tegola Castiglione (a lui molto vicino) indagato per il centro profughi di Mineo, arriva la richiesta d'arresto per il senatore Antonio Azzolini, presidente della commissione Bilancio di palazzo Madama. Il rischio, ventilato nei corridoi di Montecitorio, non è poi cosi' peregrino, cioè la possibile implosione del Nuovo Centrodestra, che pur essendo residuale nel voto dei cittadini, è essenziale per la maggioranza del governo Renzi.Un paradosso per il giovane e combattivo premier toscano che è alle prese anche con altri problemi non di poco conto, come l'esodo continuo dei migranti e il riaffacciarsi di un centrodestra alla guida del Fronte del Nord e la sempre aperta battaglia con la sua minoranza interna, che sta mobilitandosi per correggere significativamente la riforma della scuola. Azzolini risulta tra i destinatari del provvedimento d'arresto della Procura di Trani per il crac della casa di cura Divina Provvidenza di Bisceglie. Richiesta d'arresto già notificata al Senato, che sarà ora valutata dall'apposita Commissione. La richiesta sarebbe per arresti domiciliari. Il senatore di Ndc, che presiede la commissione Bilancio del Senato, quella tra l'altro che deve dare il parere sulla riforma della scuola, è coinvolto anche in un'inchiesta sul porto di Molfetta. Ma per l'utilizzo delle intercettazioni in questa vicenda il Senato, con il voto determinate del Pd, negò l'autorizzazione. Per il crac della clinica vaticana di Bisceglie la Procura di Bari ha chiesto dieci arresti, tre in carcere e sette ai domiciliari (tra cui due suore), accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla banca rotta fraudolenta.A questo punto pare lecito pensare a come la compagine di Alfano possa essere sostituita in maggioranza in caso di un suo collassamento. Faticosamente sopravvissuto, pur elettoralmente devastato, alle elezioni regionali, le sue aspettative di vita vanno contandosi ormai in settimane. E allora qualcos'altro dovrà prenderne il posto. Indispensabilmente. Almeno per Renzi. Non avesse avuto Salvini a divorarlo a mozzichi, Berlusconi poteva già stare per reimbarcarsi in un nuovo, o antico, Patto del Nazareno. Così, invece, è proprio difficile. E allora si aprono le attese praterie politiche, organizzative, parlamentari, dinnanzi all’altro toscano. Verdini. Che sta procedendo veloce con la sua operazione di aggregazione di eletti neorenziani, particolarmente utili al Senato. Non si limiterà a questo. Conoscendo forza, ambizioni, lucidità dell’ex braccio destro di Berlusconi, è chiaro che vuole avere un peso politico che non si limiti a traghettare la legislatura sino al 2018, guadagnando per sé ed i suoi sodali (oltre che per i tanti tifosi parlamentari in incognito) qualche anno di mandato e di pensionevitalizio in più. O meglio. Parecchi ne può tenere legati con questa promessa, ma per se stesso sarebbe troppo poco. E, quindi, la prospettiva è la creazione di una vera e propria forza politica che parta da una separazione da Forza Italia. Con aggiunta di parlamentari del Gal e magari ex leghisti. Ma che poi, ed a questo punto in tempi brevi, aggreghi attorno alla sua massa i resti di Ncd, dell’Udc, di quel che rimane di Scelta Civica. Rilevando non solo eletti, ma occupando il ruolo che la fragile aggregazione di Area Popolare ormai sempre più debolmente presidia.Questo è il vero progetto in itinere di Verdini. Che alla vigilia di un decisivo incontro con il Gran Capo di Arcore tiene sotto pressione i suoi, avvertendoli che “lo strappo potrebbe anche avvenire a breve”. Prima proverà, anche con il supporto di Letta (Gianni), a tentare di ridurre il potere del cosiddetto cerchio magico. Delineando la sua ‘Opposizione repubblicana‘. Obiettivo: riedizione, aggiornata, del Nazareno, con lui a dettare nuovamente la linea a Berlusconi. Possibilità di successo: pochine. E quindi ecco pronta a scattare la seconda prospettiva. Con quella sigla di ‘Opposizione repubblicana’ che per l’appunto può andare bene per molte cose. Anche per schierarsi direttamente, seppure con la foglia di fico oppositiva, al fianco di Renzi. Si vedrà. Intanto Verdini ha ricominciato a dare le carte. Senza intenzione di smettere.