Snorki sarai tu!

Verdini rinuncia alla scissione


Denis Verdini dopo un periodo glaciale dei suoi rapporti con Silvio Berlusconi, complice il barricadiero Renato Brunetta, è stato chiamato dall'ex -Cavaliere per un affettuoso tête-à-tête: per favore, gli dirà Berlusconi, non andartene, ti voglio sulla nave che farò salpare verso il nuovo partito del centrodestra. Il risultato che Forza Italia ha raggiunto alle ultime elezioni, incalzerà Berlusconi, ha smentito chi ci dava per defunti, perciò ci sono le condizioni per rilanciare e ho bisogno di uomini come te per tenere testa a Matteo Salvini.Il fatto è che Il punto più basso del crollo del partito di Berlusconi è stato raggiunto proprio nel feudo di Verdini, la Toscana: 9,8%, il peggior risultato della storia di Forza Italia (mentre la Lega è balzata al 20%), tanto che il braccio destro di Verdini, il coordinatore regionale Massimo Parisi, ha rassegnato le dimissioni e aspetta di conoscere che farà il suo capo. Per oltre una decina d'anni in questa regione Verdini ha costruito e rafforzato il suo potere, col beneplacito di Silvio Berlusconi che mai si è occupato delle vicende toscane tanto ci pensava il suo plenipotenziario. È vero che Forza Italia ha perso voti dappertutto ma in Toscana è stato un disastro e l'entourage brunettiano non ha dubbi: la colpa è di Verdini, che con un piede dentro e l'altro fuori dal partito non ha convinto i potenziali elettori.Un j'accuse che ha irritato a tal punto Verdini da fargli fare un altro passo verso l'addio. Per questo è intervenuto immediatamente Berlusconi, ancora scosso per l'abbandono del suo vate Sandro Bondi. La scissione di Verdini avrebbe una rilevanza quantitativa assai diversa: Bondi è uscito con la moglie, Verdini se ne andrebbe con almeno cinque deputati, che si sommerebbero alla decina che hanno seguito, su un'altra strada, Raffaele Fitto. Verdini é passato dal controllare una 30 di deputati a solo una decina. Per questo la sua scissione non é più fattibile. Però ha saputo rinegoziare un accordo con Berlusconi e rendere preziosa la sua permanenza.Ma è granitica l'incomunicabilità tra Verdini e Fitto? Quest'ultimo risponde: «Nel centrodestra che immaginiamo ci sono delle regole e contenuti per dar vita a un'alternativa chiara a Renzi. Chiunque si riconosca nelle regole indicate e nei contenuti può aderire, noi non diamo patenti». Ma Fitto vuole fare opposizione a Renzi, Verdini no.Uscito massacrato dalle urne toscane Verdini, oltre a ricevere le avances di Berlusconi, è anche più che mai corteggiato da Matteo Renzi, che al Senato rischia la sconfitta a ogni seduta (la recente uscita dalla maggioranza dei due esponenti (Mario Mauro e Tito Di Maggio) dei Popolari per l'Italia) è un segnale significativo anche se essi da tempo non votavano a favore dei provvedimenti del governo. Verdini e i suoi risulterebbero un tassello importante di quel partito onnicomprensivo a cui punta il segretario Pd. Del resto il patto del Nazareno era stato costruito proprio da Verdini insieme a Renzi.Insomma, mai Verdini è stato tanto tirato per la giacchetta come ora, dopo che ha platealmente perso le elezioni toscane. Tanto che al contrario il vincitore, Giovanni Toti, dallo scranno più alto conquistato alla Regione Liguria lo incalza: «Ho assistito per un anno e mezzo in silenzio a un singolare gioco al massacro. Tutto ordito in casa. Dapprima le critiche di chi mi accusava alle spalle di essere un protetto del presidente. Poi i mugugni per la mia candidatura alle Europee. In troppi intenti a dare lezioni su come si vince, stando però seduti al caldo, professori competenti solo su come si sbriciola un partito. Adesso la musica è cambiata. La nuova classe dirigente di Forza Italia sarà formata solo da chi ha la forza e il coraggio di metterci la faccia».Pare che si vada verso un nuovo Nazareno, ma non certo pubblicizzato come il primo. Non ci saranno visite. Solo votazione alla riforme: costituzionale e magari anche scuola. Ma si vorrebbe cambiare anche l'Italicum con l'introduzione del premio di maggioranza alla coalizione anzichè alla lista e questo può far cambiare tutto. Ma è una pia illusione: le riforme fatte ormai non si cambiano ....