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La Tunisia e lo stato di emergenza


"Ho deciso di dichiarare lo stato di emergenza in tutta la Tunisia per 30 giorni. Siamo di fronte a un grave pericolo, siamo in stato di guerra. Abbiamo l'Isis alle porte". Con queste parole, il presidente tunisino Beji Caid Essebsi si è rivolto nel pomeriggio alla nazione per motivare la proclamazione dello stato d'emergenza, otto giorni l'attentato terroristico del 26 giugno sulla spiaggia di Sousse, rivendicato dallo Stato Islamico e costato la vita a 38 persone, di cui 30 britannici ospiti di un resort. "La Tunisia ha bisogno di sostegno internazionale poiché tutti i paesi sono preda del terrorismo. Gli Stati Uniti, la Francia, la Gran Bretagna, l'Unione Europea e l'Algeria sostengono la Tunisia contro il terrorismo". Essebsi ha indicato nella Libia la provenienza del terrorismo e delle armi in Tunisia. "Le nostre frontiere con la Libia sono lunghe 500 km, è difficile per noi controllarle con mezzi che non possediamo. La Libia non ha un vero e proprio Stato, ma ci sono delle milizie armate. Daech (lo Stato Islamico) è alle nostre porte".La strage di Sousse ha inferto un nuovo colpo alla giovane democrazia tunisina dopo l'azione terroristica del marzo scorso al museo del Bardo di Tunisi, in cui persero la vita 17 visitatori stranieri (di cui quattro italiani) e due tunisini, che ha riportato il Paese a un clima di insicurezza che rischia di mettere in ginocchio la stagione turistica, tanto importante nella sua economia. Si calcola che la fuga dei turisti dalla Tunisia e la valanga di disdette seguite a Sousse determinerà la perdita secca di almeno 500 milioni di dollari nel settore. Per le gravi falle nella sicurezza riscontrate dopo le prime indagini, il governatore di Sousse è stato rimosso dall'incarico assieme ad altre figure di primo piano dei servizi di sicurezza nella regione. Lo ha confermato un consigliere del premier Habib Essid, che ha proceduto alla nomina a nuovo governatore di Fethi Bdira.All'economia in emergenza Essebsi ha dedicato un passaggio del suo discorso. Oltre alla minaccia dei terroristi, ha detto il presidente, "abbiamo anche una serie di sfide economiche che dobbiamo affrontare. Il Paese purtroppo si trova in una situazione difficile, una situazione che può essere superata riuscendo ad attirare investimenti dall'estero e attirare anche investimenti da parte di imprenditori nazionali. Questi investimenti potranno però esserci soltanto se verrà creato il giusto clima". Lo stato d'emergenza, sospendendo alcune garanzie costituzionali, permette all'esecutivo di gestire con più autorità situazioni difficili sul piano della sicurezza interna, potendo disporre con più libertà dell'esercito e delle forze dell'ordine, oltre a imporre misure come il coprifuoco e la riduzione del diritto della gente di potersi riunire pubblicamente. L'ultima volta che in Tunisia era stato decretato lo stato d'emergenza era stato nel gennaio del 2011, colpo di coda del regime dell'ex presidente Zine El-Abidine Ben Ali di fronte alla protesta della cosiddetta "primavera araba" che aveva portato alla sua fuga all'estero. Lo stato d'emergenza era stato poi revocato nel marzo del 2014.