Snorki sarai tu!

Gli omofobi sono assassini


Alla fine non ce l’ha fatta più e si è tolto la vita: Antonio Intellicato, 40enne di Cerignola, Foggia, gay dichiarato, si è ucciso perché la sua famiglia non lo accettava e perché aveva alle spalle una crudele storia di emarginazione e di bullismo omofobico. Tonino, come era chiamato da tutti in città, era stato già accoltellato quattro anni fa da suo fratello minore (oggi 19 enne) che si giustificò dicendo che la sua omosessualità rendeva di fatto impossibile la vita di tutta la famiglia. Non si contano, poi, gli atti di bullismo di cui Antonio era vittima, tanto che già altre volte aveva tentato di uccidersi. Era rimasto invalido in una delle due occasioni in cui aveva tentato la strada del suicidio. E questa volta ce l’ha fatta, ingerendo un cocktail di farmaci. Una morte assurda che assume toni ancora più tragici perché avviene dopo il Puglia Pride che è sceso in piazza per dire basta alle discriminazioni. La sua omosessualità non era mai stata accettata dalla famiglia. A trovare il corpo dell'uomo sono stati i sanitari del 118.
Mi chiedo se sia un mondo civile questo in cui una persona non riesce a vivere secondo le sue aspirazioni e non riesce ad autodeterminarsi. Una persona che non fa del male a nessuno, ma chiede solo di essere accettato per quello che è e per quello che sente di essere. Evidentemente Antonio Intellicato era anche una persona che aveva bisogno dell'accettazione della propria famiglia e che non è riuscito a tagliarsi tutto alle spalle, dimenticandosi di loro, che certamente bene non lo volevano. Ma di questo certamente non se ne può fare una colpa a lui. Suo fratello minore (21 anni di differenza) è arrivato a cercare di ammazzarlo perchè "la sua omossessualità rendeva difficile la vita sua e di tutta la famiglia". In un paese chiuso e per questo anche omofobo; in cui quello che pensa la gente è quasi legge; in cui poco importa essere, molto importante è apparire la cosa peggiore che poteva fare una famiglia è abbandonare un membro della stessa al suo destino. Vergognarsi di lui. Non possiamo pretendere che la società cambi, se i primi a cambiare non sono i famigliari delle vittime di omofobia. Per questo e per i tanti trascorsi noti di questo caso io non ritengo la morte di Antonio Intellicato un suicidio; ma un'istigazione: cioè in pratica un omicidio. La cittadina di Cerignola è il mandante, purtroppo in questo caso non punibile e la sua famiglia gli esecutori. Di certo non piangeranno la sua morte e non verranno nemmeno condannati. Intellicato non aveva un tumore terminale; era solo un uomo che voleva essere rispettato e accettato per quello che era: un essere umano prima gli ogni altra cosa!