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Accordo Troika-Grecia


E’ solo un preaccordo, ma è comunque un’intesa quella raggiunta dai leader politici dell’Eurozona lunedì 13 luglio dopo 17 ore di negoziati all’Eurosummit di Bruxelles sul caso Grecia. Alle 8.40 del mattino, al termine del vertice più lungo della storia dell’Unione Europea, il premier belga Charles Michel ha dato l’annuncio su Twitter con una sola parola: “Accordo“. E, di fatto, significa che i vertici dell’Euro hanno trovato un’intesa sulle condizioni per poter negoziare con Atene l’erogazione di 82-86 miliardi di euro. Le prime delle quali, ma non le sole, sono l’approvazione a tempo di record delle riforme chieste dall’Ue: Iva, pensioni, Istituto nazionale di statistica, codice di procedura civile e recepimento della direttiva comunitaria sul nuovo sistema europeo di salvataggio delle banche in caso di fallimento. Seguono la garanzia con il conferimento di beni pubblici per 50 miliardi di euro in un fondo gestito dai greci sotto la supervisione dei creditori; il ritorno della Troika ad Atene e la subordinazione dell’attività legislativa “sensibile al placet delle “istituzioni” internazionali.Tra i primi a parlare il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, che nella notte avrebbe bloccato Merkel e Tsipras decisi ad abbandonare i negoziati intimandogli: “Mi dispiace ma non esiste che usciate da questa stanza”. E a cose fatte ha commentato: “Abbiamo raggiunto un Greekment, lo abbiamo fatto a condizioni molto severe, ma la decisione dà alla Grecia la possibilità di rimettersi in carreggiata ed evita le conseguenze economiche negative che un fallimento dei negoziati avrebbe comportato. Un accordo che consente di ripristinare la fiducia tra Atene i partner dell’Eurozona”. Mentre per il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, “da questo accordo non ci sono né vincitori né vinti. Abbiamo evitato la Grexit, obiettivo per il quale ci siamo sempre battuti”.“Abbiamo evitato il piano per uno strangolamento finanziario e per il collasso del sistema bancario – è stata invece la dichiarazione a caldo di Alexis Tsipras - abbiamo ottenuto l’alleggerimento del debito e finanziamenti a medio termine” ed “evitato il trasferimento dei nostri beni all’estero”, ha detto ancora il premier greco. “Abbiamo lottato duro” a Bruxelles ora lo faremo in Grecia contro “gli interessi” consolidati. “Un accordo umiliante”, lo definisce invece Panagiotis Lafazaris, ministro dell’Energia e leader dell’ala radicale di Syriza, il partito del premier.Le pesantissime condizioni che l’Europa ha posto alla Grecia per ricevere un nuovo piano di aiuti e rimanere nell’eurozona erano già in buona parte trapelate nella notte facendo molto discutere. Nelle ore del negoziato su Twitter si è diffuso il trend hashtag “ThisIsACoup” (“Questo è un colpo di Stato“) che subito è divenuto virale sul web, anche in paesi quali Germania e Finlandia in prima fila per imporre condizioni così dure ad Atene. “Il trend hashtag ThisIsACoup è giustissimo – ha commentato il premio Nobel per l’Economia Paul Krugman nel suo blog sul New York Times – queste condizioni vanno aldilà di una vendetta pura, è la completa distruzione della sovranità nazionale e nessuna speranza di sollievo”. Si tratta, ha aggiunto, “di un tradimento grottesco di tutto ciò che il progetto europeo avrebbe dovuto rappresentare”.Tra le voci critiche, anche il quotidiano britannico The Guardian che ha parlato di “waterboarding mentale” per il trattamento subito dal premier greco, al quale sarebbe stato intimato di fare le riforme o di rassegnarsi a vedere il suo Paese fuori dall’euro e le sue banche collassare. Quello che ora tutti si chiedono è come finirà questa vicenda e se a pagarne le conseguenze, nel medio periodo, non sarà forse anche la Germania, la cui leadership potrebbe essere intaccata dall’esibizione di tanta asprezza. Sul breve termine, in ogni caso, il percorso non è meno minato, tra riforme da attuare in dieci giorni e pagamenti in scadenza. Senza contare le banche sempre più appese al filo della Bce. E, all’esterno, il via libera dei parlamenti nazionali all’accordo raggiunto a Bruxelles. Superati gli ostacoli, i tempi previsti per il negoziato vero e proprio e, quindi, per sbloccare gli aiuti, sono vicini alle 4 settimane, come ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem aggiungendo che “qualcuno dice che sono ottimista”.