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Contrario al riconoscimento di cambio sesso senza operazione


Non è obbligatorio sottoporsi all'operazione di cambio sesso per avere la correzione degli atti anagrafici. Lo ha stabilito la prima sezione della Corte di cassazione decidendo sul ricorso presentato dai legali di Rete Lenford-Avvocatura per i diritti Lgbt, che assistono una persona trans di 45 anni. La loro assistita già sedici anni fa aveva ottenuto una sentenza che l'autorizzava all'intervento chirurgico, ma aveva rinunciato perché nel tempo aveva raggiunto un equilibrio psico-fisico e da 25 anni vive ed è socialmente riconosciuta come donna. Sia il tribunale di Piacenza che la corte d'appello di Bologna, a cui si era rivolta per ottenere la rettificazione dello stato civile pure in assenza dell'intervento chirurgico, avevano respinto la richiesta aderendo a quella giurisprudenza di merito, sino ad oggi prevalente, che subordinava la modificazione degli atti anagrafici all'effettiva e concreta esecuzione del trattamento chirurgico sugli organi genitali. Questa sentenza potrebbe rivelarsi storica poichè la Cassazione sostiene che "la percezione di una disforia di genere determina l'esigenza di un percorso soggettivo di riconoscimento di questo primario profilo dell'identità personale né breve né privo d'interventi modificativi delle caratteristiche somatiche ed ormonali originarie. Il profilo diacronico e dinamico ne costituisce una caratteristica ineludibile e la conclusione del processo di ricongiungimento tra 'soma e psiche' non può, attualmente, essere stabilito in via predeterminata e generale soltanto mediante il verificarsi della condizione dell'intervento chirurgico". "Non può in conclusione che essere il frutto - aggiunge la Corte - di un processo di autodeterminazione verso l'obiettivo del mutamento di sesso, realizzato mediante i trattamenti medici e psicologici necessari, ancorché da sottoporsi a rigoroso controllo giudiziario". In pratica,non può essere soltanto l'intervento chirurgico a determinare il cambio di sesso di una persona.Personalmente non sono d'accordo con questa sentenza perchè non concepisco la teoria del terzo sesso, come invece avviene in Nuova Zelanda. Credo che ognuno debba essere o uomo o donna. Punto. Va bene sentiersi nato/a in un corpo sbagliato e fare un percorso per arrivare all'altro sesso; ma questo percorso va finito prima o poi. Avere solo un sesso prevalente secondo me non basta e quindi prima dell'anagrafe bisogna passare necessariamente dal chirurgo per concludere il percorso in qualunque dei due versi. E questo non lo si deve intende come obbligo; ma come necessità. Perchè se così non è vuol dire che non si è convinti di voler cambiare sesso. E allora è meglio rinfrescarsi le idee.