Snorki sarai tu!

Iran: le limitazioni al programma nucleare


Non è probabilmente un caso che la soluzione prospettata, almeno nelle anticipazioni, lasci ampio spazio ad ambiguità e possibili critiche. Il direttore dell'Aiea Amano ha spiegato che "il futuro accesso al sito militare di Parchin", che l'Aiea ha richiesto più volte, "è parte di un accordo separato". In concreto, l'accesso degli ispettori dell'Aiea ai siti ritenuti "sospetti" non sarebbe automaticamente garantito e comunque potrebbe essere ritardato da Teheran, che in questo modo, si rileva, avrebbe il tempo di organizzare una copertura delle eventuali attività illecite. Il meccanismo prevede infatti, che l'Iran possa opporsi alle ispezioni, investendo della richiesta dell'Aiea un tavolo arbitrale composto dallo stesso Iran con il "5+1", un panel a maggioranza occidentale, dunque, a cui spetta decidere entro 24 giorni. Quella dei siti militari è una "linea rossa" più volte rimarcata dalla guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, e da parte iraniana si ritiene che le visite - già concesse due volte per Parchin in passato - debbano essere giustificate da adeguati elementi di prova. Secondo il direttore del programma nucleare iraniano, Ali Akbar Salehi, citato da Irna, con l'accordo stipulato a Vienna quella "linea rossa" è stata rispettata.Armi convenzionali e missili balistici. Sarebbe stato raggiunto un compromesso anche sulla questione dell'embargo Onu contro l'Iran su armi convenzionali e missili balistici: l'embargo sulle armi convenzionali reggerà per altri 5 anni, per altri 8 le sanzioni che prevengono l'acquisto di missili o l'acquisizione della loro tecnologia. Teheran chiedeva la revoca immediata del blocco e su questa linea erano anche Russia e Cina, tradizionali fornitori di armi all'Iran, contrari gli Usa, che tengono conto delle preoccupazioni dei loro alleati nella regione mediorientale, Israele in prima fila. Concluso l'accordo, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov chiarisce: "Nei prossimi cinque anni sarà possibile fornire armi all'Iran se il Consiglio di Sicurezza dell'Onu lo autorizza". Il ritorno delle sanzioni in caso di violazioni. La procedura dura in tutto 65 giorni e si apre quando uno Stato denuncia la presunta violazione a un collegio arbitrale composto da rappresentanti del gruppo 5+1, dell'Unione europea e dello stesso Iran. Il collegio avrà 30 giorni per decidere se portare la questione al vaglio del Consiglio di Sicurezza Onu, che avrà altri 30 giorni per esprimersi tramite una votazione a maggioranza in cui nessuno Stato avrà diritto di veto.L'ira di Israele. Difficilmente le rassicurazioni di Obama e la promessa del segretario di Stato John Kerry ("gli Usa continueranno a sostenere i nostri partner in Medio oriente e saremo vigili su ogni arttività iraniana di destabilizzazione") riusciranno a placare l'ira di Israele. Scossa dalla notizia dell'intesa raggiunta a Vienna. Il premier Benjamin Netanyahu definisce l'accordo sul programma nucleare iraniano "un errore di proporzioni storiche". Una fonte ufficiale israeliana paragona il trattato in arrivo a una "licenza di uccidere" garantita a Teheran. Il ministro degli Esteri Tzipi Hotovely assicura che Israele "impiegherà ogni mezzo diplomatico per impedire la conferma dell'accordo" che segna la "resa dell'Occidente all'asse del male guidato dall'Iran". "Le implicazioni dell'accordo nell'immediato futuro sono molto gravi - aggiunge Hotovely nel suo comunicato, citato sul sito Times of Israel - l'Iran continuerà a diffondere la metastasi delle sue cellule terroristiche in tutte le direzioni, continuerà a infiammare il Medio Oriente e, quel che è ancora peggio, farà un gran passo per diventare uno Stato sulla soglia del nucleare".Ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva ribadito: "Ci siamo impegnati a impedire all'Iran di dotarsi di armi atomiche e questo impegno è ora valido più che mai", mentre il suo ministro dell'energia Yuval Steinitz aveva denunciato "un cattivo accordo, pieno di scappatoie". Inaugurando un nuovo fronte nella sua propaganda anti-nucleare iraniano, lo stesso Netanyahu ha aperto un profilo twitter in lingua farsi con "l'obiettivo di stabilire un filo diretto con gli iraniani che sono stati indottrinati a odiare Israele dopo la rivoluzione islamica del 1979" ha spiegato all'Afp il capo dei servizio dell'ufficio del premier israeliano. "Vogliamo dire, in farsi, la verità agli iraniani sull'accordo sul nucleare, spiegando loro che i miliardi di dollari che il regime iraniano otterrà a seguito dell'accordo serviranno a finanziare il terrorismo e non a costruire scuole e ospedali".