Snorki sarai tu!

Verdini trasloca, nasce Azione liberal-popolare autonomie (Ala)


Il significato politico, quello nobilitante, risiede in una questione di alternative: il centrodestra appaltato da Matteo Salvini, la frenesia antipolitica di Beppe Grillo oppure un’idea di Stato, quella di Matteo Renzi? Denis Verdini e gli altri nove che hanno costituito al Senato il gruppo Ala (Alleanza liberalpopolare autonomia) hanno scelto Matteo Renzi, e la sua idea di Stato:  "Veniamo tutti dal Pdl, non rinneghiamo nulla, non abbiamo alcun desiderio di iscriverci al Pd, anche perché da toscano, se avessi voluto lo avrei fatto da giovane...", ha esordito Verdini nella conferenza stampa in Sala Nassiriya. Verdini ha anche specificato che scopo della nuova formazione è "portare a termine la legislatura costituente", volta a dare una cornice moderna all'impianto istituzionale dello Stato e quindi alle riforme in discussione a Palazzo Madama: "Vogliamo essere liberi di completare la legislatura Costituente come avevamo iniziato. Poi c'è una prospettiva politica che è nelle nelle cose e che ritiene che l'area moderata sia il centro del Paese. Il centro determina sempre la vittoria dell'una o dell'altra parta ma per determinarla deve avere la libertà di potersi muovere senza pregiudizi e realizzare le riforme con una maggioranza allargata significa dare stabilità agli elettori".Con Renzi si faranno le riforme cominciate con il patto del Nazareno e che il centrodestra berlusconiano ha rincorso per un ventennio. Il significato strategico, meno nobilitante, risiede invece nei pettegolezzi cui non si resiste: il gruppo nasce a Palazzo Madama, dove la maggioranza gestisce qualche voterello di vantaggio insufficiente per affrontare un cammino sicuro; e così i dieci aiuteranno il premier a concludere la legislatura in vista di una grande coalizione di centro – il partito della Nazione – che si presenterà alle elezioni del 2018 e forse aiuterà alcuni di Ala a tornare in Parlamento.Con Verdini ci sono altri nove senatori: Lucio Barani, presidente; Riccardo Mazzoni, vicepresidente vicario; Eva Longo, vicepresidente; Giuseppe Compagnone, tesoriere; Vincenzo D'Anna, portavoce; Ciro Falanga, segretario d'Aula; Riccardo Conti, Pietro Langella, Antonio Scavone. Uno strappo, quello da Silvio Berlusconi, che arriva non senza dolore: "È uno strappo e come tutti gli strappi addolora e fa male. Quando non ci sono identità di vedute nessuno finisce o muore, uno vede le cose in maniera diversa. Ho una grandissima lealtà che mi lega a Berlusconi, ma vediamo le cose in maniera diversa". Parlando dell'ex Cavaliere , ha aggiunto che "lui è sempre stato in questi 20 anni lungimirante, però questo non significa che sempre si vedono le stesse possibilità. Come tutti gli strappi fanno male, il dolore uno se lo tiene e tira fuori l'ottimismo. La nostra storia legata a Berlusconi è straordinaria e fa male parlarne. Non ne vogliamo parlare, parliamo di quello che facciamo".