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La Cina ferma la corsa dello yuan


Dopo tre giorni sulle montagne russe, Pechino ha concesso una tregua ai mercati lasciando invariato il valore dello yuan, la valuta cinese che si muove in una "fascia" di oscillazioni del 2% contro il dollaro Usa: un cambio rigido che, secondo la Banca centrale cinese, frena la crescita del Paese alle prese con l'inatteso rallentamento della produzione industriale e dei consumi. Motivi sufficiente a tagliare il valore dello yuan del 4,6% da martedì scorso. Una mossa che nonostante l'apprezzamento del Fmi - secondo cui in questo modo Pechino potrebbe trasformarsi più rapidamente in un'economia di mercato - ha destabilizzato i mercati occidentali preoccupati dallo scoppio di una possibile guerra tra le valute (il taglio dello yuan è stato seguito da ruota dal Vietnam che ha deprezzato il dong).Dopo due giorni di crolli, ieri i mercati hanno provato a reagire, mentre oggi, alla vigilia di Ferragosto, sui listini sono tornate le vendite: Piazza Affari chiude in rosso dello 0,46%, Londra cede lo 0,27%, Parigi lo 0,61% e Francoforte lo 0,27%. Positiva Wall Street, con il Dow Jones che sale dello 0,40%, il Nasdaq che avanza dello 0,29% e lo S&P 500 che chiude in progresso dello 0,4%. In mattinata la Borsa di Tokyo ha terminato gli scambi a +0,99%.