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Arrivederci amore, ciao


4 ago 2006 - Esce in Francia Arrivederci amore, ciao, il film di Michele Soavi tratto dal romanzo di Massimo Carlotto, ex militante di Lotta continua. Le opinioni della stampa francese sulla pellicola. "Ci sono vari modi di mostrare quello che è diventata oggi l'Italia, di interrogarsi sulla sua storia recente e la sua evoluzione. Per farlo Arrivederci amore, ciao, di Michele Soavi, usa la strada del romanzo di formazione criminale a rovescio. Paradossalmente l'uso dei mezzi offerti da questo complicato genere cinematografico dà un vigore più autentico alla metafora politica", scrive Jean-François Rauger su Le Monde. "Diviso in tre parti, ognuna illustrata dall'uso spiritoso della canzone pop Arrivederci amore, ciao, il film di Soavi è prima di tutto il ritratto di un mostro freddo, una specie di seducente cinico che sembra nascondere un'anima particolarmente nera. Ma la prima qualità di questo affresco del male è di non appesantirsi sulle determinazioni psicologiche dell'inumanità del suo personaggio", commenta Le Monde. "Quello che si legge dietro questa storia brutale è la trasformazione recente di un'Italia dove il cinismo contemporaneo è cresciuto sopra l'ingenuità politica", scrive ancora il quotidiano. Nella sceneggiatura e la regia di Soavi si ritrovano cose che si erano perse nel cinema italiano: "Un modo un po' teatrale e stilizzato fino alla condiscendenza – ma indiscutibilmente seducente – di mescolare la sensazione e la riflessione pura". "Come un film poliziesco può diventare il riflesso dell'ingresso in una nuova fase inquietante della storia, dove il caos regna, protetto dalla facciata tranquilla di un ordine costituito? Tutta la forza del film di Soavi è di essere riuscito a porre la domanda con eleganza", conclude Le Monde.Anche Libération ha apprezzato questo film, la cui uscita conferma "come il contesto politico degli anni settanta ispira i registi italiani di oggi". "Anche Soavi", scrive il quotidiano, "cerca di testimoniare l'influenza degli anni di piombo sulla società italiana contemporanea". Non solo, "riferimenti all'attualità politica sono abilmente disseminati in questo racconto realistico punteggiato con sequenze al limite della fantascienza". Alla fine, conclude Libération, "l'allucinante misto di generi cuciti di citazioni, il ritmo che non rallenta mai, la colonna sonora con una canzone italiana retro e un bel casting raccontano bene come sono diventati pazzi i tempi in cui viviamo, e anche gli uomini".Più tiepida l'opinione di Le Figaro, che non trova originale un giallo che parla "di nuovo dell'Italia post Brigate rosse che ha barattato i suoi ideali con la delinquenza". Per il quotidiano usare il passaggio dalla lotta armata alle rapine per mostrare che il paese è cambiato non è una novità. Soprattutto, perché Soavi tratta la metafora "in modo più semplicistico e sbrigativo" di come ha fatto Michele Placido in Romanzo criminale. E conclude: "Un giallo sì, ma anche qualcosa di più, che strappa il velo di quest'Italia di oggi in pieno smarrimento e che tira ancora fuori la pistola per far regnare una legge senza morale e imporre una forza senza valori. Una constatazione tenebrosa e allucinante".