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Amato visita campo nomadi a Roma


"La cittadinanza impone regole"Tradizionale visita di Ferragosto del capo del Viminale, che quest'anno, agli appuntamenti più tradizionali, ha preferito un campo nomadi alla periferia di Roma. Una tappa da Amato definita "impegnativa", dove i pressanti problemi che riguardano la comunità nomade vengono a galla. In primis quello della cittadinanza, e poi il richiamo ai diritti delle donne, divenuti di attualità dopo l'uccisione della ragazza pachistana.Tanti gli apolidi nel campo Rom che hanno subito attorniato Amato chiedendogli di facilitare l'iter burocratico che spesso impedisce loro l'ottenimento della cittadinanza. "Forse per capire il senso concreto della necessaria cooperazione tra autorità nazionale, enti locali e volontariato, bisogna venire qui", dice il ministro. Quella a via Gordiani è l'ultima tappa del giro di ferragosto di Amato che, nel suo primo anno da titolare del Viminale, invece di visitare, come tradizione, le sale operative delle forze dell'ordine, ha deciso di incontrare le pattuglie impegnate sul territorio e fra queste i vigili del fuoco davanti al campo nomadi.I problemi al campo sono tanti, anche pratici: c'è la gente che vive nei palazzoni rossi che si affacciano sul campo. "Si sente forte la pressione che cresce dal quartiere", dice Amato e parla a lungo della situaione dei Rom, una comunità "non riconosciuta" in Italia, perché "a loro non si applicano le leggi previste per le minoranze etniche". Un problema che "va affrontato", applicando standard europei. E poi c'è l'integrazione che, dice Amato, "è anche un nostro interesse".Molti di loro, assicura, "sono pronti ad inseririsi" ci sono anche tanti bambini Rom a Roma, "almeno quttromila e vorrei - dice - che crescessero come i nostri". Ma non è semplice: "E' difficile a volte dirlo agli italiani, che vedono nei nomadi solo la fonte degli scippi. Dobbiamo intervenire, prevenire ed impedire tutto questo. Perché quattromila bambini non sono per natura inclini allo scippo, ma destinati alla stessa vita dei nostri figli".Poi ha parlato del caso della ragazza pachistana uccisa. "E' un caso che insegna molto ai fini della cittadinanza - ha detto - perché, è evidente che non basta chiedere l'adesione ai valori della Costituzione, ma bisogna che ci sia un'adesione anche a diritti fondamentali come il fatto che la donna si rispetta secondo regole che io considero universali".