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Lech Walesa lascia Solidarnosc


 Nel 1980 l'ha fondato, per anni ne è stato il leader storico, ora ha deciso di abbandonarlo. Lech Walesa lascia Solidarnosc, il primo sindacato libero del mondo comunista. Alla base della decisione ci sarebbero soprattutto i difficili rapporti tra il premio nobel per la Pace e l'attuale dirigenza. L'annuncio dell'addio è stato dato da Jerzy Borowczak, una delle figure di primo piano del sindacato a Danzica, la città dell'ex elettricista divenuto poi presidente della Polonia. "Lech Walesa non è più membro di Solidarnosc dal primo gennaio 2006" ha dichiarato, aggiungendo che non paga più la quota dalla fine dell'anno. L'abbandono di Walesa, una delle figure politiche di spicco degli ultimi 25 anni in Polonia ed eletto presidente della Repubblica nel 1990, non è una sorpresa. L'anno scorso, durante la cerimonia per il 25° anniversario della nascita del movimento, aveva dichiarato: "Non è più il mio sindacato. Un'altra epoca, altra gente, altri problemi". E aveva anche detto: "Non sono più un rivoluzionario". Alla base della scelta ci sono soprattutto i suoi difficili rapporti con parte dell'attuale dirigenza. A pesare sono anche gli attriti con il capo dello Stato Lech Kaczynski e con suo fratello Jaroslaw, che guida il governo conservatore. I due la prossima settimana parteciperanno alle manifestazioni per i 26 anni di Solidarnosc, un'altra ragione che ha spingerà Walesa a non partecipare. "Non mi piace la loro politica - ha detto al quotidiano Gazeta Wyborcza - perciò non ho voglia di apparire insieme con loro". Lech Walesa, 62 anni, divenne una figura di spicco nel panorama internazionale quando, nell'agosto 1980, guidò un grande sciopero nei cantieri navali del mar Baltico. Negoziando con le autorità, ottenne la legalizzazione di Solidarnosc, il primo sindacato riconosciuto in un Paese comunista. Dal dicembre 1981, dopo l'instaurazione della legge marziale, fu incarcerato per 11 mesi. Forte del prestigio per il premio Nobel per la Pace vinto nel 1983 e dell'appoggio di Giovanni Paolo II, ottenne una nuova legalizzazione di Solidarnosc nella primavera 1989, pochi mesi prima della caduta del Muro. Eletto presidente della Repubblica nel 1990, mantenne la carica fino al 1995.