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"La Bella Fugura" Severgnini racconta l'Italia agli stranieri.


Davvero una bella figura quella che sta facendo Beppe Severgnini in America con il suo nuovo libro sull'Italia spiegata agli stranieri. Dietro il facile gioco di parole con La Bella Figura. A Field Guide to the Italian Mind — titolo con cui il libro è uscito negli States, commissionato e pubblicato da Broadway Books/Doubleday — c'è la sostanza di un successo vero rapido e inatteso: quattro edizioni in dieci giorni, con televisioni e giornali ad occuparsene. Ha cominciato Today Programme, talk show di punta della mattina di Nbc, di solito frequentato dalle star hollywoodiane che a sorpresa ha invitato il quarantanovenne giornalista e scrittore di Crema; poi è toccato al New York Times che ha promosso l'opera come «Book of the time»; l'ultimo numero di Time Magazine gli ha dedicato un servizio di due pagine, e anche l'Herald Tribune se ne è occupato. Tutto in una settimana o poco più. E l'effetto è stato immediato: l'altro giorno La Bella Figura era terzo tra i Top Sellers di Amazon.com, e ancora ieri sul sito del New York Times la versione on line dell'articolo dedicato a Severgnini risultava «the most popular» ovvero la più cliccata. «Ammetto che una certa attenzione da parte della stampa americana me l'aspettavo — dice Severgnini, che con il precedente Ciao America qui aveva venduto centomila copie — ma sono io il primo a essere sinceramente stupito». Sorpreso ma felice perché finora «chi ne ha parlato ha colto il senso del libro. Basta scorrere i titoli: "Un insider spiega l'Italia", "Come essere italiani", "Fatevi un giro nell'Italia vera"». Insomma anche grazie a Severgnini oltreoceano hanno compreso che esiste un Paese reale che va al di là degli stereotipi: l'Italia non è l'inferno della mafia e il paradiso delle colline toscane, ma somiglia più ad un purgatorio quotidiano, fatto di episodi che fanno andare in bestia e di aspetti che mandano in estasi. «Siamo un Paese complesso, non sempre facile da leggere né da capire. Occorre un'indulgenza preventiva» dice l'autore che il 6 settembre inizia da Toronto un tour promozionale che toccherà poi New York, Boston, San Francisco, Seattle e Washington DC. «In Ciao America — aggiunge — ho raccontato gli Stati Uniti agli Americani attraverso stereotipi, un po' come fosse la nostra Toscana; ora invece spiego loro l'Italia come fosse l'America, un Paese serio». Il libro, uscito da noi l'anno scorso per Rizzoli con il titolo La testa degli italiani (ma l'edizione americana ha un capitolo in più) sarà presto tradotto in altre sei lingue tra cui francese, tedesco e russo. Il tutto naturalmente a beneficio di chi da fuori vuole conoscere l'Italia di oggi e magari pure visitarla. A proposito, il turista che capisce «the italian mind» e fa pure una «bella figura», non è quello che «gira dieci città in quattro giorni — conclude Severgnini — ma quello sta seduto al bar della piazza guardandosi attorno con calma e pazienza».