Snorki sarai tu!

Secessione di comuni


SE IL 17 E 18 DICEMBRE prossimi a votare «sì» saranno almeno in 8.500 e qualcosa — cioè la metà più uno dei circa 17.500 aventi diritto — il referendum consultivo sarà valido e sarà formalmente avviato il processo di secessione dei sette comuni dell'Alta Valmarecchia dalla provincia di Pesaro e Urbino e dalle Marche alla provincia di Rimini e all'EmiliaRomagna, con la parola che passerà al presidente della Repubblica e al ministero dell'Interno. Giunge così alla resa dei conti finale la voglia di fuga di Calsteldeci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello. «Un naturale approdo»: così una proposta di ordine del giorno presentata per la discussione al Consiglio comunale di Rimini definisce l'evenmale aggregazione al proprio territorio dei 7 comuni marchigiani. Un documento in cui si esprime soddisfazione e che si intitola appunto «A sostegno di "una" Vaimarecchia». Perche si legge it;! testo proposto dal gruppo consiliare dell'Ulivo e firmato da tutti gli altri, compreso il consigliere die centrodestra Alberto Bucci che fi per due stagioni allenatore della tavolini Pesaro : «Non è solo la storia a sostenere questa posizione, ma gli aspetti culturali, le tradizioni, gli interessi economici e sociali e le accomunano tutti gli abitanti della Pillala... le vicende storiche — aggiunge con enfasi l'ordine del giorno hanno diviso la vallata, ma uomini, donne, intere coir unità hanno condiviso l'appartenenza cementandola attraverso uno straordinario processo di reciproca contaminazione». MA MANCO PER NIENTE, risponde invece Amerigo Varotti, presidente del comitato per il «No», al salto romagnolo dei 7 comuni: «L'Alta Valmarecchia — ribatte Varotti — ha una tradizione amministrativa e politica consolidata con la provincia di Pesaro e Urbino e le Marche piuttosto che con Rimini e la Romagna». A proposito dell'«identità» del territorio dell'Alta Valmarecchia Varotti non ha dubbi: «Non ha nulla a che vedere con la Romagna, a dirlo è lo stesso Piero Meldini, il noto storico romagnolo: l'identità non è né romagnola né marchigiana, ma semmai montefeltresca». In fatto di legami Varotti ricorda come «in considerazione della lontananza geografica, il lavoro politico ha fatto in modo che Novafeltria sia diventata il baricentro della vallata, con tutta una serie di servizi che consentono agli abitanti di non dover spostarsi a Pesaro. Col passaggio in Romagna quel baricentro si sposterebbe a fondovalle, con possibili ripercussioni su tutto il territorio e conseguenti spostamenti a Sant'Arcangelo o a Rimini».