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Udc, Follini si prepara all'addio tra i rimpianti dei big del partito


Il dado non è stato ancora tratto, ma Marco Follini per l'Udc è già un ex. "Parlerò solo il 21 a Napoli", ha tagliato corto Follini a chi gli chiedeva conferme di una sua imminente uscita dal partito. E a un giornalista che gli chiedeva se approderà nel centrosinistra, ha replicato: "Lo dirò a Napoli. Mancano dieci giorni e 200 chilometri". Ma a sentire i commenti dei vertici dello schieramento centrista i giochi sembrano fatti. "E' un amico e lo stimo. Sono
certo che le nostre strade prima o poi si rincontreranno", commenta Pier Ferdinando Casini. "Per quanto mi riguarda, mi dispiace molto dal punto di vista personale ed umano. Marco per me non è un amico, è un fratello, e tale resterà", dice il segretario Lorenzo Cesa, aggiungendo però un consiglio. "Non vorrei che chi vuole oggi allargare un recinto in realtà alzi dei nuovi steccati. Non penso che il sistema democratico italiano abbia bisogno di nuovi partiti bonsai. Mi sembra che nella vicenda ci sia poco di politica e molto di questioni personali". "Se la decisione di Follini di lasciare l'Udc è definitiva, come sembra, esprimo il mio rammarico per una scelta che non condivido", afferma Francesco D'Onofrio, capogruppo dell'Udc in Senato. "Auspico - aggiunge - che questa decisione non impedisca in futuro di ritrovarsi. Fino ad oggi è stato sempre presente e leale; ritengo che questa lealtà caratterizzerà la sua azione politica futura".