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Consiglio Onu, Italia promossa a pieni voti


L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha eletto a grande maggioranza l'Italia membro non permanente del Consiglio di Sicurezza per il biennio 2007-2008 durante una seduta caratterizzata dal braccio di ferro fra Venezuela e Guatemala sul seggio latinoamericano.L'Italia era, assieme al Belgio, uno dei due Paesi candidati dal gruppo regionale
dell'Europa Occidentale ed è stata nominata con un'ampia maggioranza (186 voti su 189 votanti con 3 astenuti) che ha sottolineato la solidità del consenso. «È stata una votazione plebiscitaria» ha commentato da Madrid il presidente del Consiglio, Romano Prodi, sottolineando la «grande soddisfazione per un riconoscimento globale alla politica italiana non solo come membro del Consiglio di Sicurezza ma in quanto Paese che svolge una politica internazionale positiva». Anticipando quello che sarà il timone del seggio italiano a partire dal 1 gennaio 2007, il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha parlato da Roma di «un voto che ci sprona a favorire una riforma dell'Onu in senso democratico, rappresentativo e consensuale» come anche a «contribuire alla soluzione delle controversie internazionali per garantire stabilità, sviluppo e pace». Ciò significa che l'Italia è intenzionata da un lato a rafforzare l'iniziativa del gruppo «United for Consensus», creato nel settembre 2005 per evitare l'allargamento del Consiglio di Sicurezza ad un ristretto numero di Paesi, e dall'altro a recitare un ruolo di primo piano per rafforzare l'approccio multilaterale alle crisi regionali: dal Medio Oriente all'Iran, dal Darfur alla Nord Corea La maggiore novità relativa al seggio italiano potrebbe venire dalla prospettiva di farne un seggio europeo a disposizione dei Paesi dell'Ue non presenti nel Consiglio di Sicurezza - come auspicato negli anni passati dall'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi - e D'Alema ha accennato a questa ipotesi sottolineando l'intenzione di «tenere conto delle posizioni comuni europee ed attuare uno stretto coordinamento con i partner europei in applicazione dei Trattati comunitari». Saranno le prossime settimane a dire se e come Roma vorrà rendere «europeo» il seggio ovvero se vi saranno novità nel coordinamento dei Paesi Ue all'Onu.