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Polemiche gratuite - 10° - Calipari: un satellite Usa ha ripreso tutto


Un documento esplosivo. Che metterebbe la parola fine all'inchiesta sulla morte del dirigente del Sismi Nicola Calipari, ucciso da soldati americani la notte della liberazione della giornalista de «Il Manifesto» Giuliana Sgrena. Un satellite militare americano ha infatti ripreso e registrato la scena della sparatoria del 4 marzo scorso al posto di blocco a Bagdad nella quale fu ucciso Calipari e la ricostruzione è ora alla base delle conclusioni dell'inchiesta: lo afferma la rete tv americana Cbs, citando fonti del Pentagono. Secondo la Cbs, grazie al satellite sarebbe stato possibile stabilire che la pattuglia al checkpoint vide l'auto quando si trovava a 137 yards di distanza (130 metri) e aprì il fuoco quando l'auto era a 46 yards (42 metri). L'intervallo di tempo tra i due momenti è risultato minore di tre secondi, il che equivale a una velocità dell'auto - secondo questa ricostruzione - pari a oltre 96 chilometri orari. Secondo la Cbs inoltre il Pentagono avrebbe le prove che l'Italia pagò un riscatto per liberare la Sgrena. Il disaccordo sulla ricostruzione dell’incidente di Bagdad coprirebbe proprio un altro elemento di forte tensione tra il governo italiano e l’amministrazione americana, quello relativo al riscatto. Secondo il Pentagono, infatti, il passaggio di denaro ci sarebbe stato e quantificato in "svariati milioni di dollari". I vertici militari americani, che si oppongono a qualsiasi trattativa con i rapitori per il rilascio degli ostaggi, sottolineano che il denaro potrebbe essere utilizzato per organizzare nuovi attentati.Fino ad ora le autorità americane non hanno mai ufficialmente ammesso di essere in possesso di registrazioni di quanto accaduto nei pressi dell'aeroporto di Bagdad. Ma le rivelazioni della Cbs non convincono proprio una delle protagoniste della vicenda, vale a dire Giuliana Sgrena che replica «E’ assurdo, non andavamo a cento all’ora anche perché c’era una curva. E comunque il problema non è la velocità - sottolinea l’inviata del Manifesto - dato che non ci sono limiti di velocità su quelle strade, ma piuttosto cosa hanno fatto gli americani per segnalarci di fermarci. Non c’è stata alcuna segnalazione. E noi comunque non andavamo a quella velocità, c’era una curva, saremmo usciti di strada».