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Africa, che vinca il miglioreUn magnate egiziano lancia il premio per il più bravo leader africano
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Come risolvere il problema della corruzione in Africa? Come far sì che i leader africani vengano stimolati ad agire nell’interesse dei loro popoli invece che pensare ad arricchire se stessi e le proprie famiglie? Mo Ibrahim, il magnate egiziano della telefonia cellulare, ha avuto un’idea che potrebbe riuscire dove finora hanno fallito gli incentivi economici e le pressioni diplomatiche della comunità internazionale. Premio. Il Prize for Achievement in African Leadership, questo il nome dell’iniziativa lanciata da Ibrahim, parte da un assunto molto semplice, che dovrebbe risolvere al cuore il problema della corruzione. Una volta ceduto il potere, i leader africani non hanno più possibilità di godere dei benefits economici connessi alla carica. Questo fa sì che molti di loro pensino più a rastrellare denaro per assicurarsi un’esistenza agiata che a garantire lo sviluppo e il benessere delle loro popolazioni. Il premio si pone perciò come obiettivo quello di garantire una sorta di lauta “pensione” ai leader che hanno contribuito in maniera sostanziale allo sviluppo dei Paesi sub-sahariani: 5 milioni di dollari di buonuscita spalmati in 10 anni alla scadenza del loro mandato, più 200 mila dollari annui vitalizi. Il vincitore dovrà soddisfare tutta una serie di criteri elencati nell’indice di governabilità africana, sviluppato grazie all’aiuto del professor Robert Rotberg della Kennedy School of Government di Harvard: dovrà garantire uno sviluppo economico sostenibile, il rispetto dei diritti umani e della legge, servizi quali sanità ed educazione e un governo trasparente. Il che implica che a concorrere per il premio saranno solo quei presidenti che cederanno il potere democraticamente.