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Liberalizzazioni, Senato vota fiducia decreto Bersani


Il Senato ha votato la fiducia al disegno di legge di conversione del decreto sulle liberalizzazioni, che così diventa legge avendo già ottenuto il via libera della Camera: i voti a favore sono stati 161, quelli contrari 153. Su 315 senatori presenti, si sono pronunciati in 314, tutti ad eccezione del presidente di Palazzo Madama, Franco Marini, che per consuetudine non partecipa al voto.Quanto ai senatori a vita, sono risultati assenti in quattro: Giulio Andreotti, Carlo Azeglio Ciampi, Francesco Cossiga e Sergio Pininfarina.Il presidente dell'Italia di mezzo, Marco Follini, e l'indipendente Luigi Pallaro hanno votato a favore della maggioranza. Assente il presidente della commissione Difesa Sergio De Gregorio.Tra le fila della Casa delle libertà sono mancati due senatori: Alfredo Mantovano, di Alleanza Nazionale, e Mauro Libé, dell'Udc."Il Parlamento si sta appassionando alle liberalizzazioni. Ha fatto un gran lavoro. Ci sono ancora tanti progetti che se saranno approvati senza troppe modifiche cambieranno il Paese", ha detto il ministro dello Sviluppo Pierluigi Bersani, promotore del decreto, a margine della registrazione di una puntata di Economix, trasmissione di Rai Educational.Tra le misure già in Parlamento, Bersani ha ricordato la liberalizzazione delle professioni, la class action, gli interventi nel settore dell'energia, nei servizi pubblici locali e nella Pubblica amministrazione.Il decreto, sul quale il governo ha posto la fiducia anche nel passaggio alla Camera per via dell'ostruzionismo delle opposizioni, sarebbe scaduto il 2 aprile.Tra le misure del provvedimento, c'è l'eliminazione del pagamento dei costi fissi per le ricariche dei cellulari, la soppressione delle penali per l'estinzione ancicipata o parziale dei mutui sulla prima casa, il divieto di distribuzione in esclusiva di polizze assicurative su tutti i rami danni, lo snellimento delle pratiche amministrative per l'apertura di un'azienda e la liberalizzazione dell'accesso ad alcune professioni.Secondo Anna Finocchiaro, capogruppo dell'Ulivo al Senato, il voto contrario della Cdl "mette in evidenza una crisi politica evidente"."La natura di Forza Italia, in particolare, sta cambiando. Lo dimostra il voto sull'Afghanistan e questo sulle liberalizzazioni", ha aggiunto.L'opposizione ha contestato soprattutto due misure del decreto: la soppressione della riforma Moratti sulla scuola e la rimessa a gara di tutti i tratti dell'Alta velocità non ancora cantierati."Queste liberalizzazioni sono finte, non toccano i grandi monopoli. Contengono, inoltre, norme che rischiano di bloccare la realizzazione di infrastrutture essenziali per il Paese", ha detto Altero Matteoli, presidente dei senatori di An.