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Cecchi Paone: «La politica ci ha tradito, il movimento farà da solo»


Un corteo lungo, colorato, ricco. Migliala di persone per celebrare l'orgoglio di essere "diversi". Diversi rispetto ai canoni di una società che non trova ancora il modo per garantire determinati diritti a quella che è una minoranza sempre più numerosa. Per strada, in una Romaassolata e a tratti torrida, ci sono omosessuali, lesbiche, trans, ma anche eterosessuali. Il Gay pride, è stata l'occasione per fare un punto sul processo, messo in moto e poi arrestato, dell'allargamento alle coppie di fatto dei diritti di cui oggi godono le coppie sposate. Alessandro Cecchi Paone, bandiera del movimento gay in Italia, su questo ha le idee molto chiare. Perché celebrare questa giornata resta un momento importante? È importante perché, purtroppo, non celebriamo nulla. Il bilancio è disastroso, e nel 2007 siamo ancora a quota zero da qualunque punto di vista, sia per quanto riguarda le coppie di fatto ricono\ sciute, sia per quanto riguarda la legge antidiscriminazione. La cosa importante davvero, è che da oggi il movimento farà da solo. Questa giornata rappresenta dunque la prima fase che può portare noi omosessuali a diventare l'avanguardia di un nuovo movimento laico e moderno. Traditi dai partiti e dalle promesse, vi preparate a muovervi in autonomia. Un progetto ambizioso. Per cominciare, dovremo intraprendere un percorso da movimento adulto, che non ha più punti di riferimento importanti come in passato nei Ds. Sul piano politico oggi le speranze sono nei socialisti di Boselli, nei radicali e in tuttala sinistra estrema. Dalle ultime elezioni, quale stata la deluslone più grande? Non la caduta dei Dico, perché era una schifezza compromissoria, ma il fatto che i Dico siano stati promossi. Questa è stata la nostra più grande delusione: sarebbe stata una vergogna, meno male che non si fanno. Tutti contro i Dlco alla fine. Ma allora quale dovrebbe essere l'esempio anche internazionale da seguire a suo parere? C'è un Paese che più di altri può fare da guida o modello? Per fare in fretta e per non provocare eccessive fratture, i Pacs alla francese. Non sono perfetti, però rappresenterebbero quanto meno un bel passo avanti. Lei pensa che l'Italia paghi In qualche modo lalungatradlzlonecattolicae il fatto stesso di ospitare all'interno del suo territorio II centro mondiale del Cattolicesimo? Il futuro della politica italiana non è tra destra e sinistra; è tra laici e clericali, fra tradizionalisti e modernizzatori. E, aggiungo, tra paese vecchio e paese giovane. Gli organizzatori del Gay pride parlano di un milione di presenze al corteo. Lei che conosce bene il movimento, può spiegarci come funzlona e chi rappresenta? C'è un'Italia giovane che non accetta una posizione di retroguardia rispetto al resto del mondo civile. E per questo le tocca andare in piazza, a tornare a lottare e a manifestare. Non dimentichiamoci che l'alternativa è una politica di compromessi e di ricatti: la speranza del paese è risposta in questa piazza. Prima che il corteo partisse, qualcuno ha diffuso volantini e affisso manifesti denigratori versogli omosessuali e il Gay Pride. È il comportamento di una minoranza che deve preoccupare? Non è sicuramente una minoranza pericolosa, piuttosto mi guarderei dalla maggioranza del potere costituito politico e clericale, che blocca ogni tipo di provvedimento legislativo. Lasciamo il Family day da partee anchequesta manifestazione. Da domani cosa farete? Ci sono in Italia delle realtà positive, del laboratorio di idee? Secondo me, gli estremi sono tre. Uno, quello più modaiolo ma più internazionale, che è Milano. Milano non riconosce nulla a nessuno in termini di diritti, però effettivamente è una città dove l'omosessualità è diffusa ed esibita, grazie alla moda, come se si fosse a Londra. Poi c'è Bologna che è la capitale della tradizione del movimento. E poi c'è Catania, che è il vero laboratorio del paese, dove un gruppo enorme, molto creativo, ha capito l'esigenza della trasversalità e quindi per esempio appoggia, durante le elezioni, candidati sia di destra che di sinistra. Questo è il futuro.