Snorki sarai tu!

Sotto accusa uno spot (anche gay) per il cinema europeo


Da pochi giorni disponibile sulla sezione EU del sito You Tube, dove risulta di gran lunga li video più cliccato, questo spot promozionale del cinema europeo, prodotto dalla Commissione Europea, era stato visto, con successo, al festival di Berlino 2007 senza causare nessun scandalo ed era visibile dal mese di febbraio sul sito di You Tube, dove non era mai arrivata nessuna mail di contestazione. Il video spot dal titolo "Film lovers will love this" (gli amanti dei film lo ameranno) fa parte di quattro video (gli altri titoli sono: "Romanticism still alive in Europe's films", "Singing the blues on the silver screen", "European films -- tapping into the talent") dedicati alla promozione del cinema europeo, inseriti insieme ad altri 40 video sul sito della EU che pubblicizza le varie iniziative dell'Unione.Ora tutti i conservatori europei, intimoriti dal successo dello spot, gridano allo scandalo, definendolo un porno spot e facendo quasi tutti riferimento a quei tre secondi che mostrano un accoppiamento gay tratto dal film di Almodovar "La mala educacion" (si vede anche un brevissimo accoppiamento lesbico). In prima linea è scesa la Polonia con il parlamentare Maciej Giertych della "Lega delle famiglie polacche" (l'equivalente del nostro Moige), già famoso per la crociata per l´abolizione dell´omosessualità, che ha dichiarato: «L´Unione europea usa metodi immorali per promuovere le proprie attività». Il conservatore inglese Chris Heaton-Harris ha dichiarato al telegiornale della BBC che la Commissione Europea sta sprecando i soldi dei contribuenti. La Commissione Europea ha risposto, con il portavoce Martin Selmayr, affermando che: «Quegli spezzoni, tratti da film di grandi registi europei rispecchiano i valori su cui si costruisce l´Europa multiculturale. La gioia, la tristezza, l´amore e la diversità sono i sentimenti che esprimono l´identità più forte ed apprezzata del nostro cinema, ed è assurdo che tutto questo venga messo in discussione».La stampa italiana dà oggi molto rilievo alla cosa (Il Corriere in prima pagina) e l'articolo migliore ci è parso quello di Alberto Crespi sull'Unità che difende anche il valore artistico del video richiamandosi al teorico sovietico Lev Kuleso. Notare bene che il video non ha nulla di hard (si vedono solo le teste) e che è ricavato da spezzoni di film di altissima qualità e premiati in tutto il mondo.