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Varese, drogati da Falso fisioterapista. Violentava pazienti uomini: preso


Narcotizzava i suoi pazienti (solo i maschi) con la scusa di dover compiere manovre dolorose, ne abusava sessualmente nel suo avviatissimo studio di fisioterapista, e li fotografava mentre li sottoponeva alle violenze. Decine di pazienti hanno vissuto la brutta esperienza, finché uno di loro si è svegliato durante lo stupro e ha denunciato il falso fisioterapista facendolo arrestare. Roberto Benatti, cinquantatreenne sedicente fisioterapista, in realtà senza lauree nè diplomi. A chi, al risveglio, denunciava fastidiosi dolori, l'uomo spiegava che si trattava dell'effetto delle sue manipolazioni. Gli è andata male quando un paziente dal sonno meno pesante si è accorto di tutto. Questo accadeva già il 14 giugno scorso, giorno dell'arresto del falso medico dopo la denuncia di un paziente che, resosi appunto conto di quanto stava subendo, aveva gridato chiedendo aiuto ai familiari che lo aspettavano fuori dallo studio. I parenti, entrati nel locale, avevano trovato il fisioterapista con i pantaloni ancora abbassati, in atteggiamento inequivocabile. All'arresto sono seguite quattro settimane di indagini, durante le quali i Carabinieri di Gallarate, coordinati dal sostituto procuratore Loredana Giglio, hanno trovato un archivio di foto che documentano le violenze di Benatti. Il falso fisioterapista archiviava infatti le immagini delle sue vittime (non meno di 48 a partire dal 2003, sempre e soltanto di sesso maschile) nella relativa cartella medica, corredata di nome e cognome. "Quell'archivio è una sorta di confessione" ha spiegato il pm Loredana Giglio nella conferenza stampa in cui sono stati illustrati i risultati di oltre un mese d'indagini. Indagini grazie alle quali si è anche scoperto che Benatti aveva un fiorente giro di clienti, e tra questi anche i tesserati di alcune società calcistiche locali delle serie minori. Tanti clienti e diversi studi: a Gallarate, a Colle Santa Lucia (Belluno) e in provincia di Verbania. L'uomo, rinchiuso ora nel carcere di Busto Arsizio, è accusato, oltre che di violenza sessuale aggravata dall'uso di farmaci e dalla riduzione della capacità d'intendere e di volere delle vittime, anche di esercizio abusivo della professione medica e truffa. Ma potrebbe non essere tutto qui. S'indaga anche sulla provenienza dei farmaci usati dal finto professionista per stordire i pazienti, ai quali peraltro non veniva mai rilasciata alcuna fattura, nonostante per una seduta si potesse arrivare a pagare fino a 250 euro.