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Post N° 508


Polemiche gratuite - 24 - Petruccioli e Meocci fanno litigare la sinistra L'ennesima baruffa su Viale Mazzini? Un deja vu che si ripete da decenni. Ma stavolta la telenovela nasconde qualche cosa in più rispetto al tradizionale assalto alle poltrone: in ultimo quelle del presidente diessino Petruccioli e del dg centrista Meocci. C'è in sostanza un regolamento di conti a sinistra, una specie di sindrome da spartizione come quelle che vengono dopo una vittoria. Ma le elezioni sono fra qualche mese... Intanto l'azienda perde quote di mercato Qual è la prima reazione di fronte alle baruffe sulla Rai? Per la stragrande maggioranza della gente, sicuramente di noia. Un deja vu che si ripete da anni, anzi da decenni. E al quale potrebbero non fare eccezione neppure le polemiche intorno alle attuali designazioni di Claudio Petruccioli (ds) alla presidenza di viale Mazzini e di Alfredo Meocci (Udc) alla direzione generale. Ma stavolta la telenovela della tv pubblica nasconde qualche cosa in rispetto al tradizionale assalto alle poltrone. C'è un regolamento di conti a sinistra, una specie di sindrome da spartizione come quelle che vengono dopo una vittoria; senonché la vittoria (alle Politiche del 2006) è ancora da conquistare. Spieghiamo.PER CHI PARLA PARISI?Come già sull'accordo finanziario tra Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi, sull'ascesa di Petruccioli alla presidenza Rai si abbattono i fulmini degli uomini di Romano Prodi.Arturo Parisi, che sarà pure un ayatollah, ma che di Prodi resta l'interprete più fedele e fidato, accusa: «C'è una nuova emergenza morale, Petruccioli rappresenta il baratto tra la presidenza Rai e il calcio a Mediaset». Franco Monaco, un altro prodiano doc, interviene a sostegno: «Ci piacerebbe che della antica tradizione del Pci sopravvivesse una cosa buona: la sensibilità berlingueriana per la questione morale». Parole grosse: chi è e che cos'ha fatto il nuovo presidente diessino della Rai? Storicamente a fianco di Achille Occhetto (il quale è oggi a sinistra della Quercia), poi passato nell'area liberal, Petruccioli è di fatto trattato dagli uomini del Professore come una quinta colonna berlusconiana. La Quercia insorge a sua difesa, senza distinzione di correnti: dal coordinatore Vannino Chiti a Cesare Salvi, esponente della sinistra. «Giudizi, quelli dei prodiani, inammissibili e irricevibili. Chiunque conosca Petruccioli non può associare il suo nome a una presunta questione morale» dicono i ds. È così? A parte la sua storia politica, finora Petruccioli è stato presidente della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai: non si può dire che abbia fatto sconti alla gestione del centrodestra di viale Mazzini. BORDATE ULIVISTE AI DSMa non è la prima volta che una parte dell'Ulivo spara su un presidente di viale Mazzini ulivista sì, ma di qualche altra sponda: era già accaduto con Lucia Annunziata, ritenuta troppo vicina a Massimo D'Alema.Altre polemiche per la nomina del direttore generale, carica per la quale il Consiglio d'amministrazione ha indicato Alfredo Meocci, ex giornalista del Tg1, e di recente commissario dell'Authority per le comunicazioni. Qui esisterebbe un'incompatibilità con quest'ultima esperienza e la poltrona alla tv di Stato. Nell'attesa che l'organigramma vada a posto, è lecito chiedersi il perché di questa guerra ulivista. La spiegazione più plausibile è che i prodiani puntassero a bloccare la situazione, magari «congelando» Sandro Curzi, consigliere anziano di Rifondazione comunista, nel ruolo di commissario. In questo caso, nell'ipotesi di un ritorno al governo, sarebbe stato Prodi stesso a dettare le nomine. Imponendo probabilmente il ripristino di un'antica tradizione: la riconquista del vertice della Rai da parte della sinistra cattolica. Del resto non è stato così per anni, anzi decenni, da Fabiano Fabiani a Nuccio Fava, fino a Roberto Zaccaria? MENO MERCATONel frattempo l'azienda continua a perdere quote di mercato.La sconfitta sui diritti in chiaro della seria A a favore di Mediaset (quelli per le dirette delle partire sono da tempo finiti a Sky) può essere difficilmente imputabile a Petruccioli, o ad un favore fatto al Biscione dal management uscente. Piuttosto, dopo essersi svenata per riconquistare la Champions League, la Rai si è trovata senza soldi per competere nell'asta (ripetuta ben tre volte), e ha infilato nella busta 100 euro. A di là di queste interminabili telenovelas, è interesse di tutti che la tv pubblica torni ad essere competitiva. Soprattutto nell'informazione. Difficile però che accada con i bilanci che continua ad avere, e se un vertice appena insediato viene impallinato dai suoi stessi compagni di schieramento.C'era un progetto (del centrodestra) di quotarla in borsa: quale investitore, grande o piccolo, si comprerebbe i titoli di un'azienda simile? http://www.panorama.it/italia/capire_politica/articolo/ix1-A020001032171