Snorki sarai tu!

Cambio Canale - 11°- Sdoganati e da sdoganare: le pagelle (Tv)


Successi improvvisi, poi l'oblio. Una parabola conosciuta da molti artisti.  «Mancano la grazia di Marisa Sannia e l'energia di Antoine. Anna identici era perfetta, Bruno Filippini invece incantava le folle»  MILANO - Avere successo (magari di pubblico non di critica), cadere in disgrazia, sparire. E qualche volta risorgere. E’ una parabola conosciuta da molti artisti. Anche se tanti restano nel buio. Dopo il caso clamoroso dei giorni scorsi che ha visto Pupo, alla soglia dei 50 anni, risorgere a nuova vita e a nuovi successi, tornano alla mente casi analoghi. E’ la televisione che spesso regala queste resurrezioni. E più che mai negli ultimi anni, i reality show sono stati una serra continua di redivivi, già ribattezzati «morti di fama». La prima edizione dell’Isola dei famosi ha ridato popolarità ad Adriano Pappalardo che almeno per qualche mese - grazie alle fatiche caraibiche fatte di pesca e zanzare - era tornato ad essere un mito ruggente; mentre la recente edizione de La fattoria ha letteralmente sdoganato Eva Henger, alle prese con mucche e cavalli: da diva del porno a reginetta di ascolti, amata dai bambini, oggi, a Paperissima sprint. Ci proveranno, da settembre, nella nuova Isola, anche Sandy Marton e Maria Giovanna Elmi a tornare a far breccia nel cuore dei fan. Una moda questa che non trova d’accordo nè Renzo Arbore («tenderei allo sdoganamento verso l’alto, ormai i reality hanno raschiato il fondo del barile»), nè Dario Salvatori («mi sono fatto tanti nemici, come opinionista a Music farm, perché ho detto che erano tutti lì solo a riciclarsi»). TRASH - Reality a parte, ci sono due tipi di rinascita: quella dal buio e quella dal trash. Spesso rinascere a nuova vita artistica è un fatto di fortuna, di congiunzioni astrali favorevoli, di misteriose alchimie. Lando Buzzanca non avrebbe mai immaginato che una fiction dove interpretava il padre di un ragazzo gay - lui simbolo della destra machista, tutto conquiste e seduzioni - lo avrebbe consacrato alla critica come grande attore. Come del resto Lino Banfi che non si aspettava certo, dopo anni di commedie sexy all’italiana e di macchiette pugliesi, che sarebbe stata - a fine anni ’90 - la rassicurante fiction Un medico in famiglia non tanto ad aumentare la sua popolarità, quanto a dargli la patente di bravo attore, completo e poliedrico (ha anche interpretato un ruolo drammatico in Un difetto di famiglia con Manfredi). Una nuova carta d’identità, dopo anni di snobismo, se la sono assicurata anche l’accoppiata Boldi-De Sica: ormai nessuno si vergogna più a dichiarare che i loro film fanno ridere. Può entrare nei salotti buoni anche Alvaro Vitali dopo che le commedie sexy all’italiana anni Settanta sono diventati veri e propri cult: di recente il buon Vitali ha fatto sapere a Rai o Mediaset che era pronto a ridare vita al mitico Pierino. Ed è sempre la tv a riportare alla ribalta cantanti caduti nell’oblio. Merito o colpa soprattutto di Fabio Fazio e delle sue operazioni nostalgia. Durante Anima mia la parola d’ordine era davvero sdoganamento, a 360 gradi, e nelle sue più differenti accezioni: da Claudio Baglioni identificato spesso come uno freddino e ombroso diventato invece ironico e ciarliero; ai Cugini di Campagna suprema icona del kitsch rimasti uguali con il loro refrain Anima mia che li ha riportati in pista. CASALINGA - Passando per Orietta Berti, inviata di Quelli che il calcio in tempi faziani, simbolo della casalinga (quando le casalinghe non erano ancora disperate, ma consapevoli e felici). Un’operazione che Salvatori contesta: «Mi pare cinica. Non sono d’accordo su certe ironie che creano Fazio, Chiambretti, Ippoliti, alle volte anche la Dandini, sfruttano un po’ le disgrazie. Le scorciatoie qualche volta riescono, come nel caso dei Cugini di campagna, altre volte no. Orietta Berti non va messa su una tribuna dello stadio, va fatta cantare. Oppure prendiamo Mino Reitano: avrà anche acquistato visibilità, ma è stato massacrato. Lui poi è un tipo che non si vergogna di nulla. Perché poi lo sdoganamento spesso dipende da questo, dal carattere: se sei disposto a tutto». Anche Arbore non approva il gioco al massacro. E se sdoganamento deve essere, che sia sdoganamento di qualità. Per esempio rivedere artisti anni 60-70, davvero spariti nel nulla. «Ho visto di recente Marisa Sannia - racconta -. Ha ancora molta grazia, sembra Gigliola Cinquetti che ora è una brillante conduttrice televisiva. Anche lei potrebbe seguire questo percorso. Del resto lo aveva già fatto anche Iva Zanicchi». Insomma spesso tornare popolari, ma non nelle vesti di un tempo. Prosegue Arbore: «Non sempre è così. Wilma Goich potrebbe tornare ma solo a cantare, non ce la vedo in altre attività». VIVACE - Di parere opposto Salvatori secondo cui la Goich «è una donna vivace, che correrebbe sull’Isola. Come certamente correrebbe in tv Agostina Belli, attrice ai tempi molto bella. Nada invece ha idee musicali avanzate e questo la allontana dalla televisione. Non mi dispiacerebbe riascoltare Anna Identici: debuttò con canzoni dedicate alla mamma, aveva quell’aria immacolata, acqua e sapone. Era la fidanzatina di Claudio Lippi. Poi cominciò a fare pezzi politici impegnati, si diede al folk e la gente non la seguì più. Peccato». Un peccato è stata anche la sparizione di Bruno Filippini («primo fidanzato di Rita Pavone, ma poi ebbe la meglio Teddy Reno», ricorda Salvatori) «antesignano dei vari Smaila e del duo Antonio Marcello - sottolinea Arbore - capaci di trascinare la gente a cantare». Ma entrambi - Arbore e Salvatori - punterebbero a sdoganare Antoine, il cantore delle pietre. «Un personaggio interessante, che ha fatto varie volte il giro del mondo in barca a vela e ora fa la guida turistica nei Caraibi. Lui sì, sarebbe davvero un grande ritorno». http://zonavenerdi.splinder.com/post/5500773#comment