Snorki sarai tu!

A Cortina vince il Sud Turol


Cortina volta le spalle al Veneto e guarda al Trentino Alto Adige. Alle urne ha risposto il 71,44% degli aventi diritto, ma sono quei 432 voti in più del quorum referendario previsto (3.415) che hanno reso la giornata odierna - come ben sintetizza Siro Bigontina, coordinatore dei comitati per il referendum pro Alto Adige - "una data storica per Cortina e gli altri due comuni ladini, Livinallongo di Col di Lana e Colle Santa Lucia". "Finalmente - dice Bigontina - abbiamo potuto dire la nostra dopo 90 anni", sottolineando che la ragione della volontà di andare di là è prima di tutto legata alla riunificazione dei ladini e poi, ma solo alla fine, alle questioni economiche, visto che le regioni a statuto speciale stanno meglio di quelle ordinarie. Ma proprio sulle ragioni economiche e fiscali hanno puntato invece le analisi compiute dalla Cgia di Mestre. Se i 3.847 sì, di fronte ai 989 no, hanno portato a stappare le prime bottiglie in Corso Italia (ma i veri festeggiamenti dovrebbero svolgersi mercoledì pomeriggio), l'esito referendario ha accentuato le diversità tra il presidente del Veneto Giancarlo Galan e il collega dell'Alto Adige Luis Durnwalder. A fine mattinata, Durnwalder aveva detto che in caso di vittoria dei sì farà tutto il possibile "perché da Bolzano ci sia un parere positivo". "Ma sono convinto - aveva aggiunto, richiamando un trattato internazionale - che ci vorrebbe anche l'ok dell'Austria". Una dichiarazione che non è stata accolta con molto favore da Galan, che ha espresso la speranza che in questa 'contesa' non si metta di mezzo la repubblica austriaca. Il governatore veneto ha poi ricordato che "chi semina vento raccoglie tempesta" e che "in caso di assenso al distacco di Cortina dal Veneto da parte del Consiglio Provinciale di Bolzano" è pronto a rivolgersi "alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Atti già predisposti". Un richiamo poi anche agli altri Comuni veneti che hanno tentato la strada della 'secessione' dalla Regione, con un avvertimento quanto mai chiaro: "Lo stesso discorso vale per gli impossibili passaggi dal Veneto ad altre Regioni di Lamon, Asiago e di ogni altro ente territoriale che volesse seguire queste sterili iniziative".