Snorki sarai tu!

Lola - 25° puntata


La canzone che meglio di tutte sviluppa il tema della magia e insieme della sostanziale impossibilità della fuga è senz'altro In alto mare (1980), uno dei motivi più belli e fortunati di Lola.In questobrano viene tradizionalmente utilizzata come metafora dell'evasione da una realtàopprimente, alla ricerca di un esistenza più libera e vera.Navighiamo già da un po', bene o male non lo so, stella guida gli occhi tuoi, un amore grande noi peschiamo nella fantasia pietre verdi di Bahia? Al timone la follia e ci ritroviamo in alto mare in alto mare per poi lasciarsi andare sull'onda che ti butta giuù e poi ti scaglia verso il blu e respirare in alto mare come due uccelli da ammazzare piuttosto che tornare giù per dirsi non si vola più uh. Navigando lo so già, che la terra spunterà, è normale sia così, perchè noi viviamo qui, tra i rumori di una via, tranquillanti in farmacia figli dell'ideologia e non possiamo starci in alto mare in alto mare per poi lasciarsi andare sull'onda che ti butta giù e poi ti scaglia verso il blu e respirare in alto mare come due uccelli da ammazzare piuttosto che tornare giù per dirsi non si vola più e respirare in alto mare come due uccelli da ammazzare piuttosto che tornare giù per dirsi non si vola più uhIl tentativo di evasione (dalla solitudine esistenziale, dall'alienazione della quotidianità metropolitana, dalle ipocrisie dei ruoli sociali) appare inizialmente possibile attravwerso una dedizione totale e incondizionata all'amore ("un amore grande, "gli occhi tuoi") o comunque attraverso un abbandono all'istinto, alla casualità della vitasenza preoccupazioni di ordine morale ("bene o male non lo so"), e viene immaginato come una navigazione disordinata e senza meta ("al timone la follia"). Sembra cioè che solo rifiutando le regiole della vita sociale, evitando ogni forma di limitazione e di programmazione dell'esistenza ("lasciarsi andare" al moto delle "onde") sia possibile"respirare", vale a dire vivere totalmente e pienamente, in un'incessante alternanza di esperienze ed emozioni ("l'onda che ti butta giù e poi ti scaglia verso il blu").Ma questa dimensione di assoluta libertà esiste soltanto sul piano dell'immaginazione ("noi peschiamo nella fantasia pietre verdi di Bahia") o comunque comporta aspetti sia positivi che negativi insieme, come comporta perfetta l'ambivalenza del titolo: l'espressione "in alto mare", infatti, se da una parte evoca assenza di limiti, distanza assoluta, irraggiungibilità, nel linguaggio comune esprime una condizione di smarrimento, il sofferto tentativo di raggiungere un obiettivo. Lo stesso concetto di navigazione, del resto, contempla intrinsecamente quello della meta, prevede cioè necessariamente un termine.Quello dell'evasione si rivela un piacere estremamente effimero, poichè, leopardianamente, non nasce da altro che dalla momentanea sospensione dei riferimenti abituali, dall'impalpabile sensazione di attesa di un piacere autentico  e definitivo che non ci è dato. La positività del viaggio in alto mare risiede cioè nel "non essere"in nessun luogo (la terraferma), che è però una condizionedalla quale la vita non sembra poter prescindere: i due amanti/naviganti della canzone, infatti, sanno bene che prima o poi "la terrà spunterà" e lo giudicano come "normale".In ogni caso questa amara consapevolezza ("lo so già" non da luogo ad alcuna fatalistica e meschina rassegnazione: la canzone insiste più volte e anzi chiude nell'intensissima immagine del volo, metafora senz'altro abusata, come quella della navigazione, eppure qui ancora efficace per sprimere il bisogno di libertà; è un volo rischioso perchè inviso e profondamente avversato dagli altri ("i due uccelli", cioè i due amanti incondizionatamente felici sono "da ammazzare") ma senza dubbio preferibile al sacrificio della propria autonomia e alla rinuncia dei propri sogni ("piuttosto che tornare giù per dirsi non si vola più"). C'è dunque nelle canzoni sino a qui esaminate, una convivenza tra utopia e crudo realismo che potremo definire idealismo consapevole.