Snorki sarai tu!

Lola - 26° puntata


Si può affermare che dentro a molte canzoni di Lola si agita una sorta di rimpianto per un tempo la cui comune prospettiva ideologica, l'identificazione di un comune nemico, costituiva un momento di coesione , di forza e si traduceva in unascelta di vita, in una missione da compiere che conferisse un senso all'esistenza; un tempo in cui la "prima persona plurale" corrispondeva ad un entità conpatta ed organizzata.Nell'epoca attuale, invece, l'essere "contro" è causa di isolamento; individuare e denunciare le stortura del sistema appare sconveniente e innoportuno; attira su di se l'accusa di idealismo, di anacronismo, di ingenuità, persino di follia, e suscita generalmente una reazione di derisione, di conpassione o di rifiuto. Chi non accetta il sistema vigente, chi non si conforma ai paramentri e ai "valori" della vita consumistico-televisiva, in sostanza si confina alla solitudine e alla precarietà.Ma nonostante i tentativi più o meno aggressivi, più o meno subdoli e deliberati, di debellare queste ultime resistenze all'omologazione, persiste un'umanità silenziosa, una minoranza sommersa e dolente che non si riconosce nell'attuale società ed è accumunata dal senso di isolamento e del disagio esistenziale. A queste persone insoddisfatte e disadattate intende rivolgersi e dare voce Lola fin dai tempi di Dedicato (1978), notissima e riuscitissima canzone che si può considerare una sorta di manifesto programmatico, una "conta" dei "superstiti", l'indicazione precisa di un pubblico.Ai suonatori un po' sballati ai balordi come me a chi non sono mai piaciuta a chi non ho incontrato chissà mai perchè ai dimenticati ai playboy finiti e anche per me A chi si guarda nello specchio e da tempo non si vede più a chi non ha uno specchio e comunque non per questo non ce la fa più a chi a ha lavorato a chi è stato troppo solo e va sempre più giù A chi ha cercato la maniera e non l'ha trovata mai alla faccia che ho stasera dedicato a chi ha paura e a chi sta nei guai dedicato ai cattivi che poi così cattivi non sono mai Per chi ti vuole una volta sola e poi non ti cerca più dedicato a che capisce quando il gico finisce e non si butta giù ai miei pensieri a come ero ieri e anche per me E questo schifo di canzone non può mica finire qui ai miei pensieri a com'ero ieri e anche per me La canzone è una galleria di personaggi invisi alla società "borghese", non tanto o non solo perchè lontani dai canoni di ordine e stabilità ("sballati", "balordi") ma sopratutto perchè anonimi, distanti dalla notorietà, non più o non ancora all'apice ("suonatori sballati", playboy finiti"): in una società così prepotentemente condizionata dai modelli di bellezza, successom, efficenza, imposti dai mass media e dalla pubblicità, essenziale è "sapersi vendere", "apparire" e dunque anche la diversità, il "disordine", il "brutto" possono andare purchè perfetti rispetto a se stessi, mitizzabili, etichettabili e sfruttabili commercialmente. Quello che la società pubblico attuale non accetta, cioè, è l'invisibilità, l'approssimazione, la labilità, al refrattarietà alla modellizzazione; la società/mercato respinnge tutto ciò che non assume caratteri definiti e una forma necessaria per esserefruito e consumato. Ecco quindi la simpatia di Lola per i "dimenticati", per i presunti "cattivi" ("che poi così cattivi non sono mai"), peraltro necessari alla società borghese per  per riconfermare i propri modelli e i propri "valori"; ecco sopratutto il senso di appartenenza alla schiera degli imperfetti ("chi ha paura", "chi sta nei guai"), degli inetti ("chi ha cercato la maniera e non l'ha trovata mai"), di chi ammette il proprio disagio e la propria debolezza ("chi è stato troppo solo e va sempre più giù").In un contesto sociale che ama i vincenti, che richiede una fisionomia certa, una "immagine" precisa, studiata e spendibile, Lola canta la difficoltà di definirsi, di attribuirsi un ruolo e un'identità ("chi si guarda allo specchio e da tempo non si vede più"), lo smarrimento di chi ha perso i punti di riferimentodi un tempo, ideologici o affettivi che fossero ("ai miei pensieri/ a com'ero ieri") e conduce una vita appartata e "sbandata". Il tutto, come sempre, avviene senza nessuna autocommiserazione (" e comunque non per questo non ce la fa più") ma con grande dignità, con lucida consapevolezza ("chi capisce quando il gioco finisce ma non si butta giù") e , in fondo,  con una cauta e tacita speranza, una sussurrata e fatalistica fiducia nell'amore ("manca giusto un'emozione/ dedicato all'amore/ lascia che sia così").Da rilevare come nelle successive versioni "live" della canzone, Lola con evidente intento polemico, abbia sostituito il verso "alla faccia che ho stasera" con "ai politici da fiera".