Lo hanno bloccato per le mani e i piedi nello spogliatoio della palestra, e con una penna gli scrivono "Gay", disegnando anche una svastica. E' successo all'istituto alberghiero "Milgiorini" di Finale Ligure, nel Ponente ligure. Portagonisti, tre ragazzi minorenni che frequentano la scuola, pare aiutati da altri tre coetanei; vittima, un loro compagno di classe. Sarebbe accaduto lunedì mattina, ma la denuncia è arrivata ieri ai Carabinieri. E' stato il preside dell'istituto, Giovanni Claudio Bruzzone, ad accertare i fatti con precisione, soprattutto dopo i sospetti dell'insegnante di educazione fisica, Alessandro Gozzi, che aveva notato il ritardo dei ragazzi nel rientrare in palestra, e gli occhi lucidi di uno di loro. Così i Carabinieri hanno segnalato il caso al Tribunale dei minori, che dovrà occuparsene. E' stata importante la collaborazione di alcuni compagni di classe della vittima, che non hanno avuto paura di raccontare tutto quanto accaduto. Per il preside e l'insegnante che si è accorto del fatto, questo è comunque un episodio gravissimo da non sottovalutare, e non una semplice "ragazzata".
Bullismo a Finale Ligure. "Scrivono gay sulla schiena"
Lo hanno bloccato per le mani e i piedi nello spogliatoio della palestra, e con una penna gli scrivono "Gay", disegnando anche una svastica. E' successo all'istituto alberghiero "Milgiorini" di Finale Ligure, nel Ponente ligure. Portagonisti, tre ragazzi minorenni che frequentano la scuola, pare aiutati da altri tre coetanei; vittima, un loro compagno di classe. Sarebbe accaduto lunedì mattina, ma la denuncia è arrivata ieri ai Carabinieri. E' stato il preside dell'istituto, Giovanni Claudio Bruzzone, ad accertare i fatti con precisione, soprattutto dopo i sospetti dell'insegnante di educazione fisica, Alessandro Gozzi, che aveva notato il ritardo dei ragazzi nel rientrare in palestra, e gli occhi lucidi di uno di loro. Così i Carabinieri hanno segnalato il caso al Tribunale dei minori, che dovrà occuparsene. E' stata importante la collaborazione di alcuni compagni di classe della vittima, che non hanno avuto paura di raccontare tutto quanto accaduto. Per il preside e l'insegnante che si è accorto del fatto, questo è comunque un episodio gravissimo da non sottovalutare, e non una semplice "ragazzata".