Snorki sarai tu!

Lola - 27° puntata


Per nulla casuale appare la scelta di Lola di incidere nel 1979 un motivo scritto cinque anni prima da Mogol-Battisti, Macchina del tempo, nella quale il protagonista, che nella versione di Lola è femminile, tra le altre cose immagina con sarcasmo i commenti della "gente" di fronte al proprio suicidio.E quando quel suo pianto patetica risposta al mio no divenne un eden verde che un angolo di strada cancellò soffocai la mia sensibilità dietro la statua della libertà e quella statua un nome ed occhi verdi aveva già tra un mezzo sorriso di un uomo che sa dimmi soltanto cosa vuoi e fu la morte anche per lui E purtroppo perdo anche te se tu confondi mondi amore e proprietà tu perdi me eh e ancor più solo senza loro te io disperata con un mantello alato sopra un monte corro e a braccia aperte ad occhi chiusi gettandomi come posso mi soccoro vedrò fra il grano i fiodalisi uscir dall'acqua elisi d'amor la terra è pregna anche se gramigna del seme e seme dell'esclusività E certamente parleranno di sindrome depressiva o più semplicemente diranno che è morta un'altra matta io avrò cercato solamente altrove quel contatto che qui non trovo che qui non ho Macchina del tempo tu perdi i pezzi e non lo sai I pazzi sono i saggi e viceversa ormai Io so con certezza uccide ogni ebrezza che nasce in noi il senso della vita confuso e rimirato si è perso ormai tra i fili di un tessuto di riti e paure di rabbie e di preghiere siamo siamo siamo vivi e dobbiamo restarlo perchè programmare la vita in giorno vuol dire morire quel giorno con te e io voglio mai perdere nessuno e nessuno che perda mai me E purtroppo perdo anche te tu perdi me e ancor più solo senza loro te Il senso di solitudine e la percezione di una irrimediabile distanza dalla presunta normalitàsono già presenti in Un pò di tutto, canzone scritta per lei da Pino Daniele nel 1980, dimostra come pessimismo e visione negativa della vita non debbano essere ricondotti meccanicamente e semplicisticamente alle dolorose recenti esperienze personali della cantante ma rientrano in una serie e disincantata rifelssione sull'esistenza, cominciata sin dai primi dischi.Dormirò sognando un po' di tutto qualche faccia normale che mi guardi senza pietà e così devo inventarmi sempre un amore perchè la vita a tutto quello che è brutto ha dato solo parole Giocherò per essere contenta e passa il giorno ed io mangio solo pazienza e amo i colori perchè non hanno forma anche se sono anormale i miei problemi sono quelli di donna E l'infanzia mi scivola addosso toccandomi un po' più giù e t'invento più dolce del vento senza pensarci su ed allungo le mani dov'è il mio domani se non ci sto trovo sempre qualcosa da fare ma solo per un po' solo per un po' Spegnerei tutte le luci e penso che il mio vestito non c'entra niente con quello che sento sorriderò per essere uguale la soluzione a questa vita è solo un triste finale E l'infanzia mi scivola addosso toccandomi un po' più giù e t'invento più dolce del vento senza pensarci su ed allungo le mani dov'è il mio domani se non ci sto trovo sempre qualcosa da fare ma solo per un po' solo per un po'La canzone, con l'uso della prima persona singolare che procede a un veritiero e sconsolato autoritratto, anticipa la tendenza dell'autobiografismo percorsa da Lola in seguito. L'io protagonista appare consapevole della propria "anormalità", indicata con l'amore per i "colori" (cioè l'indefinitezza), e si rende perfettamente conto che il malessere esistenziale lo allontana dagli altri: ma nella sua ricerca di contatti umani autentici ("qualche faccia normale che mi guardi senza pietà") scopre che la società gradisce ed accetta solo chi corrisponde ai canoni del disimpegno e del benessere ("sorriderò per sempre uguale"). I verbi al futuro, ricorrenti nel testo, corrispondono ai tentativi che si intende mettere in atto per dissimulare l'infelicità ( e insieme rappresentano le strategie, fragili e quasi patetiche, escogitate per distrarsi dalla sofferenza: si tratta ancora una volta di ricorrere alla fantasia, la sola dimensione nelal quale appare ancora possibile una realizzazione affettiva ("devo inventarmi sempre l'amore"), o alle "parole", l'unico strumento di cui l'uomo dispone per affrontare le difficoltà della vita ("perchè la vita a tutto quello che è brutto ha dato solo parole"). Ma la canzone insiste sulla precarietà o meglio ancora sulla parzialità di ogni rimedio: i tentativi di annullare la consapevolezza, dormendo (per sognare "un pò di tutto") o confondendosi tra mille inutili attività ("trovo sempre qualcosa da fare"), non sono mai abbastanza efficaci ("ma solo per un pò") e il senso della propria inettitudine rende incerta ogni prospettiva futura ("dov'è il mio domani se non cis tò").