Snorki sarai tu!

Lola - 28° puntata


Appare molto frequente del repertorio di Lola il richiamo a soluzioni di tipo farmacologico. In particolare  in Quanto costa dottore? (1983) l'interlocutore è un fantomatico medico dal quale peraltro non ci si aspetta alcuna cura.Quanto costa dottore ? Quanto costa scomparire da qui questa vecchia pelle tira sulle spalle e poi ho incontrato il tempo e non posso aspettare davvero Quanto costa dottore ? Mi busso dentro e chiedo forte chi è sento che qualcuno graffia intorno scendo sulla porta del cuore e non incontro nessuno Quanto costa dottore capire bene com'è Quanto costa dottore ? Quanto costa dottore costruire un'altra isola qui fuori dalla gabbia della più selvaggia vita vita che io pago così con due lacrime con due lacrime dure e un vestito che non vorrei Quanto costa dottore Quanto costa dottore ? E via, come un volo della notte... su... E via, via, seguendo piste più nascoste E poi più giù come un sasso nel mare... Quanto cista dottore ? Cambio sesso non partecipo più In questo cileo scuro non sono stata uno sparviero Metta nelle vene una rosa oh che languido ! Quanto costa dottore capire bene com'è ? Quanto costa dottore ? E via, come un volo della notte... su... E via, via... seguendo piste più nascoste E poi più giù E via, via di nuovo in mezzo a tanta gente le luci, già tutte spente E via, come un volo della notte... su... di nuovo in mezzo a tanta gente le luci... Il significato della canzone sta proprio nell'impossibilità di una risposta: il "dottore", infatti, non è in grado di rispondere perchè non c'è un prezzo per la senerità a cui aspira il "paziente"; queasti ne è drammaticamente consapevole e forse pone la sua domanda con leggero sarcasmo, con un sottinteso disprezzo verso chi confida sempre nel potere del denaro. Il soggetto protagonista del testo riassume, nella sua figura, quasi tutti gli aspetti del disagio esistenziale già molte volte descritto nelle canzoni di Lola: la faticosa lotta per la sopravvivenza (la vita viene pagata con "due lacrime dure") e l'angoscia per la brevità dell'esistenza ("e poi ho un contratto a tempo e non posso aspettare, davvero"); la percezzione della propria debolezza e inettitudine ("in questo cielo scuro non sono stato uno sparviero"); l'insofferenza verso il proprio ruolo sociale ("un vestito che non vorrei", "cambio sesso non partecipo più") che è complementare alla crisi di identità ("mi busso dentro e chiedo forte chi è"), la sensibilità al richiamo ingannevoledell'amore ("sento qualcuno che graffia intorno") e la vana ricerca di un affetto stabile o almeno sincero ("scendo dalla porta del cuore e non incontro nessuno"); infine l'insopprimibile impulso verso la fuga ("scomparire da qui", "fuori dalla gabbia della più selvaggia vita").Ed è proprio il tema della fuga che emerge nel ritornello, una fufa puramente onirica, immaginativa, rappresenta secondo la tradizionale metafora del "volo". Si tratta di un volo notturno e discontinuo (l'alternanza di "più giù" e "su"), che esplora delle possibili alternative ("piste più nascoste") e poi ci fa ricadere rovinosamente ("come un sasso nel mare") nella situazione di partenza ("di nuovo in mezzo a tanta gente").