Snorki sarai tu!

Scacco matto all'Udc!


È il giorno «più duro» da quando è il leader dei centristi, e lo riconosce. Ha chiaro l'obiettivo di Berlusconi: ridurlo alla resa o fare a pezzi l'Udc. Uscire dalla tenaglia non sarà facile. Casini deve fronteggiare il Cavaliere «che vorrebbe annetterci», ma sembra non aver strade per rompere l'assedio, perché le due scissioni che ha subìto nel partito gli bloccano le vie di fuga: Baccini e Tabacci con la Rosa Bianca ostruiscono il passaggio al centro, e Giovanardi che ha già aderito al Pdl lo attende al varco alla sua destra. Quella di Berlusconi appare come una resa dei conti, che Buttiglione definisce «un ricatto». La stessa accusa che l'ex premier scarica sugli (ex) alleati: «Sono io che non intendo più farmi ricattare. I cinque anni che ho vissuto a Palazzo Chigi non voglio più passarli». Raccontano che il giorno in cui morì mamma Rosa, in una stanza di quell'appartamento, Berlusconi ebbe uno sbotto d'ira davanti al prefetto di Milano per certe dichiarazioni di Casini e Cesa: «Ne ho piene le scatole di questi signori». I sorrisi adoperati poi nell'incontro a due, furono di cortesia: «Pier ha voluto scrivere un documento... Acqua fresca». Il conto Berlusconi l'ha servito ieri. Il capo dei centristi era sul treno, in viaggio con la moglie, quando al telefono Gianni Letta lo ha invitato a entrare «nel progetto storico» del Pdl. «Ragazzi, scusate, ma ho sempre avuto perplessità su questa operazione. Sono pronto a condividere il programma, ho detto che Silvio sarà il candidato premier, ma non metto in discussione l'autonomia dell'Udc». Il colloquio è diventato a più voci, quando a Casini è stato posto l'aut aut: dentro o fuori. «Cosa sono queste minacce? Io ho evitato di costruire il quarto polo. Se volete che lo faccia adesso...».