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Domenica vota il Paraguay Un ex vescovo il favorito


Il Paraguay si accinge a votare domenica per scegliere il nuovo presidente della Repubblica e rinnovare i due rami del Parlamento, che potrebbe segnare una svolta storica, con la sconfitta del Partito Colorado, da 61 anni al potere, e l'arrivo alla presidenza della repubblica di Fernando Lugo, l'ex vescovo della diocesi di San Pedro, che guida una coalizione di centrosinistra. Le decine di migliaia di persone scese in piazza ad Asuncion per la fine della campagna elettorale, cantando fino a perdere la voce "Lugo tiene corazon!" (Lugo ha cuore!), hanno dimostrato quanto sia forte questo stato d´animo e la convinzione che il "cambio" (cambiamento) sarà ora o mai più. Il paese, tra i più poveri dell´America latina insieme a Haiti e e Bolivia, conta 6,7 milioni di abitanti, più di un terzo dei quali poveri (1,2 milioni sono indigenti). Sette sono i candidati che aspirano alla successione del presidente uscente, Nicanor Duarte Frutos. Ma solo due, o forse tre, hanno legittime possibilità di entrare nel Palacio de Lopez, sede della presidenza. Fernando Lugo è appunto l´outsider e il grande favorito del voto. Candidato quasi per scherzo dell´eterogenea coalizione di centrosinistra che va dai liberali ai comunisti, l'Alleanza patriottica per il cambiamento (Apc), l'ex vescovo di San Pedro ha 56 anni. Nel febbraio 2007 è stato sospeso a divinis dal Vaticano, a seguito di una sua lettera in cui comunicava la sua decisione di candidarsi. Nato in un´umile famiglia a San Pedro del Parana, 400 chilometri a sud di Asuncion, ha compiuto studi teologici a Roma e ha scalato la gerarchia cattolica, fino a diventare vescovo della diocesi che gli ha dato i natali e che lo ha convinto ad entrare in politica. Per molto tempo è stato simpatizzante del Partito Colorado al governo. Sensibile alla "Teologia della liberazione" e alle problematiche degli ultimi, Lugo viene chiamato il «vescovo dei poveri» da quando nel marzo 2006 guidò una manifestazione popolare di 40mila persone contro il governo. Questo gli ha attirato gli strali governativi. Il capo dello Stato e vari responsabili "colorados" lo hanno accusato di molte cose, dall´aver protetto il gruppo che ha sequestrato ed assassinato Cecilia Cubas, figlia dell'ex vicepresidente Raul Cubas, all´essere sensibile alle argomentazioni e all´aiuto finanziario del presidente venezuelano, Hugo Chavez. Blanca Ovelar è stata imposta a forza dal capo dello Stato uscente come candidata d'effetto, per cercare di evitare la sconfitta del Partito Colorado, che molti pronosticano. Ex maestra rurale ed ex ministro della Pubblica istruzione, faccia pulita, la candidata "colorada", 50 anni, è cresciuta in una modesta famiglia di fede cattolica. È sposata da 23 anni ed ha tre figli. Dal momento della sua designazione, la Ovelar ha girato in lungo ed in largo il Paraguay, cercando di convincere che con lei vi sarebbero grandi cambiamenti, pane e lavoro per tutti i paraguaiani. La sua ambizione è di formare un tris di donne presidenti in America latina, insieme alla cilena Michelle Bachelet e alla argentina Cristina Fernandez. Lino Oviedo è il terzo incomodo, anche se meno favorito degli altri. Ex comandante in capo dell'esercito paraguaiano, è stato accusato di aver tentato nel 1996 un golpe contro l'allora presidente, Juan Carlos Wasmosy. Condannato nel 1998 a dieci anni di carcere, Oviedo, che ha 63 anni, si rifugiò prima in Argentina, poi in Brasile. Rientrato in Paraguay per scontare la pena, lo scorso anno è stato liberato e il suo processo è stato annullato. La cosa gli ha permesso di diventare in tre mesi da detenuto a candidato per l'Unione nazionale dei colorados etici (Unace).