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No cluster bomb! Una giornata per lo stop


Basta con le cluster bomb. Lo dice l´Onu, e l´appello è ancora più forte quando in 90 nazioni nel mondo si celebra la Giornata internazionale sulla consapevolezza dei pericoli e sulle attività d'assistenza contro le mine. È l´occasione per una raccolta di firme per la messa al bando di questi pericolosi ordigni, grazie anche all´impegno di oltre 1400 associazioni ong. Un rapporto del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, dal titolo «Interdire le armi a dispersione: la nostra opportunità per proteggere i civili», sottolinea l'urgenza di firmare un trattato che vieti le armi a grappolo, che rappresentano una minaccia per le popolazioni civili e per lo sviluppo economico. «Il totale - afferma una nota delle Nazioni Unite - le armi a dispersione hanno causato oltre 13mila fra ferimenti e decessi, la maggior parte dei quali si concentrano in cinque Paesi: Afghanistan, Iraq, Laos, Libano e Vietnam". Le "cluster bomb" sono bombe a grappolo che hanno varie cariche esplosive che prima di cadere al suolo esplodono con effetti nell´arco di vari chilometri e contengono centinaia di bombe più piccole che a volte si depositano al suolo, uccidendo o feriscono chi le calpesta, ma anche chi si trova nel loro raggio d'azione. Le bombe a grappolo restano sul terreno potenzialmente attive e pericolose per un tempo illimitato, anche molti anni dopo la conclusione di un conflitto. Circa il 20% degli ordigni resta inesploso, ma rispetto alle mine essi sono più pericolosi, in quanto hanno un raggio d'azione di 150 metri. Nel rapporto, il programma Onu ricorda gli sforzi fatti per sminare i terreni contaminati da centinaia di migliaia di munizioni inesplose. Le armi dispersione contaminano anche i terreni coltivati, contribuendo all'aggravamento dell'insicurezza alimentare, e compromettono l'accesso all'acqua, ai centri sanitari e ad altri beni primari, ritardando lo sviluppo e la crescita economica. Kathleen Cravero, la direttrice dell'Ufficio per la prevenzione delle crisi del progetto Onu, ha esortato i governi a partecipare ai negoziati, che ricominceranno il mese prossimo a Dublino, al fine di elaborare un nuovo trattato internazionale d´interdizione di questo tipo di armi.