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Berlusconi perde causa per diffamazione contro Economist


Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha perso la causa per diffamazione intentata nel 2001 presso il Tribunale civile di Milano contro l'Economist, e dovrà pagare le spese processuali. Lo rende noto un comunicato dell'Economist. La causa fece seguito della pubblicazione da parte dell'Economist dell'articolo "Una storia italiana" apparso sul numero del 26 aprile 2001 in occasione della nascita del secondo governo guidato dal Cavaliere. La copertina del settimanale era intitolata: "Perché Berlusconi non è adatto a guidare l'Italia". L'avvocato del premier, Fabio Lepri, ha annunciato in serata l'intenzione di ricorrere in appello contro la sentenza, considerata "ingiusta". "Il tribunale di Milano ha sbagliato nel ritenere lecito uno scritto che, in realtà, era da valutare come offensivo nei confronti dell'onorevole Berlusconi, anche perché costellato di asserzioni infondate", spiega il legale in una nota. "Non a caso le parole del periodico The Economist, diffuse poco prima delle elezioni del 2001, sono state smentite più volte dal giudizio degli italiani". Nonostante l'azione legale, il periodico londinese ha continuato a esprimere i propri non lusinghieri giudizi nei confronti del premier italiano. Lo scorso gennaio, in vista delle elezioni politiche di primavera, un editoriale dal titolo "L'Italia ha già abbastanza problemi: ha veramente bisogno un'altra volta di Silvio Berlusconi?" chiarisce la posizione dell'Economist che reputa il Cavaliere ancora "unfit" (inadatto) a guidare il Paese dopo un quinquennio di governo 2001-2006 definito "disastroso". Poi ai primi di aprile - a due settimane dal voto del 20 e 21 che ha visto trionfare il centrodestra contro l'uscente governo di Romano Prodi - l'Economist si spinge addirittura a dare indicazioni di voto agli italiani invitandoli a preferire il leader Democratico Walter Veltroni al Cavaliere. L'ultimo attacco in luglio quando Berlusconi, novello Nerone, viene raffigurato in una vignetta in smoking, con il violino in mano, mentre suona sorridente con l'Italia in fiamme alle sue spalle. L'articolo passa in rassegna i primi provvedimenti assunti dal governo, lamentando come Berlusconi abbia messo al centro della sua agenda politica "gli interessi propri e delle proprie aziende". Fra le misure 'ad personam' in progetto il settimanale cita il tentato decreto per evitare il passaggio di Rete4 - gruppo Mediaset, di proprietà di Berlusconi - sul satellite; il paventato dl sulle intercettazioni, anche questo giustificato da "motivi personali". Si citano poi altri due provvedimenti che secondo l'Economista sarebbero legati alle vicende giudiziarie del premier: la sospensione dei processi - che blocca anche quello Berlusconi/Mills - e "l'immunità" per le quattro più alte cariche dello Stato.